24 morti a Gaza. Hamas: “Così finisce la tregua”
I raid aumentano e i numeri salgono. La tregua a Ga2a continua a vacillare, ma l’equilibrio in Medio oriente continua a reggere, benedetto dagli Stati Uniti. Ieri la Difesa civile di Ga2a ha riferito che almeno 24 persone sono morte in diversi bombardamenti isrealiani sulla Striscia. “Hamas ha violato nuovamente il cessate il fuoco, inviando un terrorista nel territorio israeliano per attaccare i soldati dell’Idf ” nel sud, ha spiegato ieri l’ufficio del premier Benjamin Netnayahu. In risposta, l’esercito ha eliminato “cinque importanti terroristi” dell ’organizzazione, ha riferito il governo. Washington, hanno precisato fonti Usa al canale israeliano Channel 12, era al corrente e ha approvato gli attacchi, perché non si dica che è Israele a violare i patti di cessate il fuoco. Semmai è Hamas, è la linea del governo di Gerusalemme, che ieri ha invitato “nuovamente i mediatori a insistere affinché Hamas rispetti la sua parte del cessate il fuoco e del piano in 20 punti del presidente Trump: Hamas deve restituire immediatamente i tre ostaggi deceduti ancora in suo possesso, completare il disarmo e consentire la totale smilitarizzazione di Ga2a”, ha fatto scrivere l’ufficio del premier israeliano. Ieri l’Idf ha annunciato anche un risultato significativo a Rafah: ha “catturato o ucciso” 17 miliziani di Hamas del gruppo ancora asserragliato nei tunnel di Rafah (una cinquantina, si stima, isolati dal resto dell’organizzazione). Il a inizio mese FOTO LAPRES comunicato è stato accompagnato da una foto di un palestinese ammanettato e bendato, in mutande, tra le macerie: dei 17, 11 sono stati uccisi, sei sono agli arresti nelle mani dello Shin Bet. Hamas sembra aver risposto con le minacce: secondo l’emittente saudita Al Hadat , avrebbe comunicato all’inviato statunitense Steve Witkoff e a Jared Kushner, genero del presidente Trump, che “l’accordo è terminato e siamo pronti a combattere”. Perché “Ga2a non sarà il Libano”. Il riferimento non è casuale. Sul fronte nord da settimane l’esercito israeliano porta avanti raid aperti contro obiettivi di Hezbollah, denunciando che l’organizzazione sciita si starebbe riarmando e riorganizzando di fronte all’inerzia del governo di Beirut, che ha firmato un patto per garantire la demilitarizzazione della zona sud del Paese dei cedri. Solo ieri, l’Idf ha condotto oggi 16 raid, in diverse località, secondo l’emittente legata a Hezbollah Al Mayadeen. L’ultimo raid ha preso di mira un’auto; l’Idf ha dichiarato di aver ucciso due miliziani di Hezbollah.