Asse a La Sapienza tra «Musulmani per Roma» e «Cambiare Rotta» contro il ddl antisemitismo.

Ci mancava il dibattito contro il Disegno di Legge di Maurizio Gasparri e sul tema dell’antisionismo indetto da Cambiare Rotta e «MurRo27» (Musulmani per Roma 2027), ovvero il gruppo di islamici guidato dall’ex dem Francesco Tieri, ingegnere convertito all’islam. Si sono riuniti ieri presso l’Aula VI, Facoltà di Lettere, Sapienza per sostenere che «il governo Meloni, con il Ddl Gasparri, vuole introdurre nel nostro paese misure che limitano la libertà di espressione e reprimono le proteste delle centinaia di migliaia di persone che, solo pochi giorni fa, sono scese in piazza contro la nuova finanziaria di guerra e contro la complicità del nostro governo con lo Stato di Israele». Una proposta, quella del Presidente dei senatori di FI, che non mira, come vogliono far intendere, all’impossibilità di criticare il governo in carica, bensì vuole che siano introdotte delle sanzioni penali contro l’antisemitismo, prendendo la definizione di antisemitismo internazionale, così come per chi chiede la distruzione dello Stato di Israele. Una legge necessaria, soprattutto se pensiamo alle inaudite frasi che udiamo nelle piazze come «from the river to the sea», che fa riferimento alla liberazione della Palestina dal fiume fino al mare. Ma anche “intifada fino alla vittoria”, espressione spesso pronunciata nelle piazze indette dai sedicenti ProPal. Ma per loro «il disegno di legge compie una pericolosa sovrapposizione tra antisionismo e antisemitismo, prevede un inasprimento delle pene e dedica particolare attenzione a scuole e università, dove potranno essere applicate sanzioni a docenti e ricercatori che non denuncino studenti o colleghi critici verso lo Stato di Israele. Un modello già applicato in Germania e in altri paesi europei, dove organizzare un’iniziativa contro l’apartheid israeliano o indossare una maglietta con la scritta “dal fiume al mare, Palestina libera” può essere considerato reato». E indossare quella maglietta è giusto che venga considerato reato, perché è uno slogan che non prevede nella cartina geografica l’esistenza dello Stato di Israele. MuRo27 è un gruppo che «si è costituito a Roma», ed è composto da «musulmani che vivono, studiano e lavorano nella capitale e che vogliono contribuire alla discussione politica in vista delle elezioni amministrative del 2027». Il loro obiettivo è incidere nel calendario politico romano, anche se quello a cui assistiamo è certamente un modello replicabile in altre città italiane, e in questo il caso Monfalcone (dove è stata presentata da Bou Konate la prima lista interamente islamica), ha fatto scuola. Oggi, oltre ai gruppi Calp e Carc, che mostrano chiari legami ideologici con la Russia, c’è la Rete dei Comunisti, Osa e Cambiare Rotta, che sono vicini al regime venezuelano di Maduro e sono tra i profili pi spiccati che animano le pizze ProPal. Perché un gruppo islamico ha bisogno di unirsi a queste sigle extraparlamentari? Ricordiamo che, tra le recenti proposte di Muro27, c’è stata la richiesta all’amministrazione capitolina di eleggere i Consiglieri Aggiunti, cioè quelli che «è previsto vengano eletti tra i cittadini stranieri residenti». Gli stessi che si sono battuti per chiedere la liberazione di Mohamad Shahin, l’imam di Via Saluzzo a Torino che non ritiene il 7 ottobre un episodio violento, ritenuto un esponente della Fratellanza Musulmana. Lo descrivono come un uomo che stava semplicemente difendendo le proprie idee: «Questa non è sicurezza, è islamofobia istituzionale, è repressione del dissenso, è una punizione politica mascherata da procedura amministrativa», sostengono. Quindi inneggiare a un attentato le terroristico commesso imitano per mano di » Hamas, lo consideriamo un atto normale e legittimo o una follia collettiva?

Il grande archivio di Israele

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