Cisgiordania, coloni all’attacco: feriti tre volontari italiani
Tre volontari italiani, due donne e un uomo, e un’attivista canadese sono stati aggrediti a calci e pugni da un gruppo di coloni israeliani mascherati e armati che li hanno assaltati di notte nel villaggio di Ein al-Duyuk, a ovest dell’antica città di Gerico, in Cisgiordania, un territorio occupato da Israele dopo il 1967. Gli attivisti, ancora sotto choc, hanno deciso di non lasciare sola la popolazione del villaggio, abitato principalmente da pastori, e torneranno a fare il loro lavoro di sostegno e monitoraggio con l’associazione Faz3a. Chi fossero i volontari lo ha spiegato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha definito l’episodio «gravissimo»: «Giovani cooperanti che accompagnavano le attività dei palestinesi, accompagnavano i bambini a scuola, gli agricoltori o i pastori, come fare una sorta di protezione civile per la popolazione». È quello che fanno attivisti israeliani e internazionali da molti anni, affrontando rischi sempre più elevati perché la violenza dei coloni che vivono negli insediamenti illegali è cresciuta, e non sembra trovare impedimenti. Assaltano le case, rubano il bestiame e gli olivi, incendiano i capannoni agricoli, le moschee, attaccaT no i villaggi cristiani, picchiano e a volte uccidono. L’obiettivo è costringere i palestinesi ad andare via, per occupare la loro terra. Meno di una settimana fa, Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna avevano preso posizione contro i continui attacchi in Cisgiordania e «le attività destabilizzanti che rischiano di compromettere il successo del piano per Ga2a e le prospettive di una pace e sicurezza nel lungo termine». Tajani ribadisce il concetto rivolgendosi a Israele affinché «fermi i coloni e impedisca che continuino queste violenze che non servono alla realizzazione del piano di pace». La realtà sul terreno tuttavia non offre molte speranze. Solo pochi giorni fa sei parlamentari Pd erano rimasti bloccati per alcune ore sulla strada di rientro da Gerusalemme a Gerico per l’ennesimo raid israeliano. In Cisgiordania vivono oltre 500mila coloni in insediamenti illegali secondo il diritto internazionale, e sono sempre più aggressivi e impuniti. Il mese di ottobre è stato il peggiore degli ultimi due anni, dice l’Ocha: 264 attacchi contro i palestinesi, che hanno fatto morti, distrutto case, campi, proprietà. È l’annessione graduale ma inesorabile della West Bank, denunciano le associazioni pacifiste. Agli attacchi dei coloni, spesso protetti dall’esercito israeliano, si sommano espropri e checkpoint. Dal 7 ottobre, gli israeliani hanno costruito 1000 nuove barriere in Cisgiordania, scrive l’associazione Peace Now nel suo ultimo rapporto. Secondo il quotidiano Yedioth Ahronoth, sono state costruite o autorizzate circa 48.000 nuove case negli insediamenti illegali solo durante l’ultimo mandato di Netanyahu, entro fine anno saranno 50mila. Sempre nello stesso periodo, circa 26.000 dunam di terra in Cisgiordania (2.600 ettari) sono stati confiscati e dichiarati “terreno statale” da Israele. Per fare un confronto: negli ultimi 27 anni, gli ettari di terra confiscata erano stati 2.800.