Conte rimette la kefiah e punta sulla Palestina. L’idea di un tour M5s
Mentre il Pd fa il Pd e torna a dividersi, a lacerarsi, sull’antisemitismo “a titolo personale”, Giuseppe Conte si rimette la kefiah. E se Elly Schlein cerca occasioni per rilanciare il dualismo con Giorgia Meloni, l’ex premier fa da sé. Prima di andare ad Atreju è pronto a rilanciare sulla causa palestinese, a denunciare “il silenzio” dei media. L’appuntamento è per martedì prossimo al Monk di Roma, e potrebbe non essere l’unico, per un’iniziativa dal titolo: “Alziamo la voce”. E anche il luogo scelto, il Monk, non sembra casuale. Quello palestinese è un terreno politico su cui, a differenza dei dem e di Elly Schlein, il capo pentastellato può muoversi ben più liberamente. Il ddl Delrio non è affar suo (sebbene la definizione di antisemitismo che tanto fa discutere al Na2areno sia la stessa approvata dal governo Conte II), e nemmeno le cittadinanze onorarie concesse dai sindaci del Pd alla relatrice speciale Onu Francesca Albanese. Così l’ex presidente del Consiglio può coprirsi di nuovo a sinistra, surfare sulle contraddizioni degli alleati e colpire Giorgia Meloni e il suo governo, parlando di politica estera. A proposito: da via di Campo Marzio continuano a ribadire il no alle armi all’Ucraina. Un primo indizio sul ritorno di Ga2a al centro dell’agenda il M5s l’aveva dato già una settimana fa. Dopo qualche tempo fuori dai radar, Conte è tornato a parlare del “genocidio di Israele”. Era la prima lezione della scuola di formazione M5s, dedicata proprio al Medio Oriente e alla questione palestinese. In quell’occasione Conte, nell’intervento conclusivo della lezione al Tempio di Adriano, aveva rivendicato le battaglie e le denunce del Movimento, prima di attaccare il “tracollo” e i “doppi standard” dell’Ue e dell’occidente. Tra qualche giorno arriverà la replica, quando al Monk i parlamentari del M5s racconteranno il viaggio in Cisgiordania che hanno da poco compiuto. E la scelta del luogo non sembra casuale. Per dire: anche un gruppo dem si è recato in Medio Oriente nelle scorse settimane, ma Laura Boldrini, Andrea Orlando e il resto della delegazione dem hanno tuttavia preferito raccontarlo in una sala della Camera. Mentre il locale che sorge a Roma est è ormai da un po’ diventato una sorta di riferimento per la sinistra (e la sua movida). Da lì Schlein aveva infatti lanciato la sua scalata al Pd e poi la campagna per le europee. In via Mirri si è tenuta la festa nazionale di Alleanza verdi sinistra e anche Francesca Albanese è di casa, vi è passata più di una volta per presentazioni e dibattiti. Adesso tocca al M5s. Ci saranno, insieme a Conte, vari parlamentari; per esempio Stefania Ascari e Dario Carotenuto, tra i più attivi per la causa. E poi Luisa Morgantini, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo e fondatrice dell’associazione Assopace Palestina. Nella presentazione si spiega che l’evento “mira a denunciare come il silenzio da parte dei principali mezzi di informazione rischi di spegnere l’impatto delle manifestazioni”. E Carotenuto aggiunge al Foglio: “Questo è il primo appuntamento, ma confido di poter portare la nostra esperienza, quello che abbiamo visto e documentato in Cisgiordania, anche in altre città d’Italia. E’ stato un viaggio molto significativo e pieno di complessità”. Ieri Conte ha attaccato il governo Meloni su economia e industria in crisi – “fermatevi, fate meno danni”. Ma dalla prossima settimana il focus potrebbe cambiare. E magari andare in tour. La leadership del campo largo passa anche da qui.