Detenuti palestinesi ridotti alla fame
Le condizioni dei prigionieri di sicurezza palestinesi detenuti in Israele sono notevolmente peggiorate dal 7 ottobre 2023, fra strutture sovraffollate, condizioni di fame grave e violenze quasi quotidiane a loro danno. È quanto si legge nel rapporto pubblicato ieri dall’Ufficio del Difensore pubblico israeliano (Pdo), che fa parte del ministero della Giustizia, redatto alla luce delle visite fatte nelle prigioni militari di Ramon, Megiddo, Ayalon, Shatta, Eshel e Ketziot nel 2023-2024. Stando a quanto riportato dal quotidiano Haaretz, il Servizio penitenziario israeliano ha introdotto un regime alimentare dopo lo scoppio della guerra a Ga2a che ha condotto a una «grave fame, manifestata in una forte perdita di peso e sintomi fisici concomitanti, tra cui estrema debolezza fisica e perfino svenimenti». L’aumento del numero di detenuti dall’inizio della guerra ha inoltre aggravato il sovraffollamento nelle strutture, per cui il 90% dei prigionieri di sicurezza è costretto in spazi di meno di tre metri quadrati, con migliaia di prigionieri senza un letto su cui dormire. Alla fine del 2024 si contavano circa 23mila detenuti, oltre la capacità di 14.500, con un aumento del 60% dall’inizio della guerra. I prigionieri «sono tenuti in celle buie, senza illuminazione, in condizioni igieniche difficili, con un caldo soffocante e senza ventilazione» si legge nel rapporto. Le loro celle, prosegue il testo, «sono prive di qualsiasi equipaggiamento o effetto personale (a parte il Corano) e fanno fatica a mantenere la pulizia e l’igiene a causa della limitata disponibilità di prodotti di base come carta igienica, sapone e asciugamani». Nel rapporto si parla di diversi detenuti colpiti dalla scabbia e si afferma che gli ospiti di molte strutture hanno denunciato violenze gravi e sistematiche da parte delle guardie, riferendo di frequenti perquisizioni nelle celle accompagnate da uso non necessario della forza, così come di percosse durante i trasferimenti tra i reparti, durante le udienze in tribunale e in altre occasioni. I detenuti, sempre a quanto si apprende dal rapporto, hanno affermato che la violenza non viene scatenata da incidenti specifici e non è in risposta a situazioni che giustificano l’uso della forza. Le condizioni allarmanti sui prigionieri palestinesi erano già emerse in indagini pregresse al rapporto dell’autorità israeliana, facendo emergere le stesse contestazioni ora riepilogate nell’indagine. Physicians for Human Rights Israel, un’organizzazione non governativa israeliana, aveva denunciato lo scorso novembre un totale di 94 detenuti palestinesi morti sotto detenzione israeliana dal 7 ottobre 2023: una cifra che rialza la stima di circa 75 vittime registrata dalle Nazioni unite un mese prima. La polizia carceraria israeliana aveva replicato di aver agito secondo le procedure e senza le violazioni rilevate dai vari rapporti. Gli agenti, avevano dichiarato le autorità a Bbc, «operani in conformità con la legge e sotto la supervisione di organismi di controllo ufficiali».