Hamas e le Ong finanziate dalla Ue per aiutare Gaza. Un report svela le interferenze

Le Ong che operano a Gaza e che al tempo stesso prendono finanziamenti dall’Unione europea sarebbero state infiltrate da membri di Hamas. A denunciarlo è Ngo Monitor, associazione no profit che sorveglia l’operato delle organizzazioni non governative. Se confermata, si tratterebbe di un’inchiesta clamorosa che rivelerebbe pericolosi legami tra il gruppo terroristico e le ong occidentali che operavano nella Striscia. Ngo Monitor sta pubblicando numerosi documenti interni di Hamas, rilanciati anche dal sito paneuropeo Euractiv, che descrivono un presunto «imponente sistema di collegamenti formali dell’organizzazione con le principali Ong internazionali presenti a Gaza». Inoltre, Hamas avrebbe manipolato «Ong internazionali altamente rispettate come Medici Senza Frontiere (MSF), Oxfam, Save the Children e il Consiglio Norvegese per i Rifugiati». Ovviamente, si tratta di accuse pesanti, tutte da provare. Quindi, fino a prova contraria, le suddette ong non hanno commesso ciò che viene loro contestato. Al massimo si può supporre che siano le vittime di questo meccanismo. Fatto sta che Hamas avrebbe richiesto che referenti fidati collaborassero con le organizzazioni, molte delle quali ricevono finanziamenti diretti dall’UE. I ricercatori di Ngo Monitor, si legge nell’inchiesta, «hanno affermato che Hamas si avvaleva dei cosiddetti “garanti”, ovvero cittadini di Gaza che fungevano da punto di contatto tra Hamas e le rispettive Ong. A questi cosiddetti garanti venivano spesso affidate posizioni amministrative influenti all’interno delle ong, come quella di direttore o presidente del consiglio di amministrazione. Mentre alcuni di questi individui erano membri di Hamas, altri sono descritti come simpatizzanti fidati o come affiliati ad Hamas», riporta Euractiv. Inoltre, un documento del dicembre 2022 elenca i dati personali di diversi «garanti», affermando inoltre che questi individui potrebbero essere «sfruttati per motivi di sicurezza al fine di infiltrarsi in associazioni straniere, nel loro personale dirigente straniero e nei loro movimenti». L’ampia sorveglianza dei garanti ha portato anche a descrizioni dettagliate del loro comportamento religioso, del loro abbigliamento, della loro attività su Internet e delle loro convinzioni politiche. Ngo Monitor scrive anche che «gli sforzi di Hamas, come descritto in questi documenti, integrano una miriade di altri stratagemmi e attività per requisire gli aiuti internazionali e indirizzarli ai suoi membri, simpatizzanti e altri che l’organizzazione desidera ingraziarsi. Come precedentemente riportato da Ngo Monitor, questi includono l’inserimento di agenti di Hamas in posizioni amministrative all’interno di ong internazionali che operano a Gaza; la creazione di elenchi di beneficiari per l’assistenza in denaro, che vengono poi utilizzati dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni umanitarie; e veri e propri furti». In un altro documento datato 16 giugno 2021, Hamas avrebbe rivelato che l’organizzazione Oxfam «ha collaborato con un gruppo locale legato ad Hamas per realizzare un progetto di irrigazione per alberi da frutto. Il gruppo terroristico ha affermato che il progetto avrebbe contribuito ai propri obiettivi militari. Il progetto idrico di Oxfam si è svolto in una “zona di confine ed è sensibile alla sicurezza”, ha osservato Hamas, aggiungendo che gli alberi da frutto “sono noti per essere una copertura per le attività di resistenza nelle zone
di confine”». Visto che queste Ong sono finanziate dalla Ue, a chiedere chiarezza è Stefano Cavedagna, eurodeputato di Fratelli d’Italia-Ecr e vicepresidente della Commissione speciale sullo scudo europeo per la democrazia (Euds): «I nuovi documenti pubblicati da Euractiv gettano un’ombra gravissima sull’Unione europea: emerge infatti che alcuni finanziamenti destinati a Ong potrebbero aver sostenuto attività collegati a una cellula terroristica di Hamas. Se confermato, si tratterebbe di uno scandalo senza precedenti, che mette in discussione la credibilità dell’intera Ue e mina la fiducia nei suoi meccanismi di finanziamento. Non è tollerabile che fondi europei possano finire, anche indirettamente, nelle mani di veri e propri terroristi. Abbiamo chiesto di aprire una indagine nella Commissione Euds».

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