Intervista a Thiago Avila – Gaza, la fase 2 è nel fango: aiuti italiani a parole
Thiago Avila, leader della Flotilla parla di “un movimento rivoluzionario” globale, non un partito, “non ne abbiamo neanche discusso”, dice Thiago Avila, l’attivista brasiliano che è stato il frontman della Global Sumud Flotilla intercettata la notte del 2 ottobre a meno di cento miglia da Gaza. Già si prepara la prossima, “Gaza è ancora sotto assedio – ricorda – e può andare peggio”. L’ultima volta che l’abbiamo visto eravamo a decine in un gabbione del carcere israeliano di Keziot, neanche fossimo allo zoo, poco dopo lo show del ministro Itamar Ben-Gvir, poi ci hanno mandati nelle celle. Avila è a Genova, oggi con Greta Thunberg, Francesca Albanese, l’ex ministro greco Yanis Varoufakis e molti altri, parteciperà alle manifestazioni per lo sciopero dell’Unione sindacale di base (Usb) “contro la finanziaria di guerra” del governo Meloni, domani sarà a Roma per la Giornata internazionale di solidarietà con i palestinesi. Perché proprio in Italia? Crediamo che i lavoratori in tutto il mondo debbano mobilitarsi per la Palestina e per i diritti di tutti i lavoratori in tutti i Paesi. È un onore essere qui in Italia e siamo molto molto grati ai lavoratori italiani per il sostegno dimostrato alla Palestina e alla nostra Flotilla con le grandi manifestazioni di ‘blocchiamo tutto’ (detto in italiano, ndr) quando la Flotilla è stata attaccata e anche prima. I portuali italiani hanno svolto un ruolo fondamentale per la Palestina nel diffondere fra i portuali nel Mediterraneo e in tutto il mondo la consapevolezza che è in corso un genocidio e che i porti europei sono usati per il trasporto di armi, bombe e droni impiegati poi per uccidere palestinesi e anche bambini in Cisgiordania, a Gaza, contro la popolazione libanese o nei Paesi vicini. Siamo qui per manifestare la nostra gratitudine ai lavoratori italiani che hanno fatto un lavoro fantastico, l’Italia ha mostrato la strada ma è una giornata di mobilitazione mondiale, anche in Brasile. In Italia le manifestazioni per la Flotilla sono state più importanti che altrove, perché? Credo ci sia qualcosa negli italiani: capacità organizzativa, sindacati e organizzazioni sociali forti. Gli italiani sono anche molto coraggiosi nel momento in cui bisogna sfidare un governo di estrema destra, con radici fasciste e tratti autoritari, ultracapitalisti e populisti, che dev’essere sconfitto. Non si fa certo infilandosi in una buca aspettando che passi, ma con la mobilitazione, spingendolo a rispettare la volontà popolare. È un governo amico di Benjamin Netanyahu, un alleato strategico e complice di Israele e degli Usa, parte del sistema imperialistico globale, ma ha dovuto riconoscere l’esistenza della Flotilla fino a inviare una nave militare per accompagnarla. Solo con la mobilitazione si possono battere le violazioni dei diritti, non so bene perché, ma gli italiani l’hanno fatto meglio che in altri Paesi. Può davvero emergere un nuovo movimento globale a partire dalla solidarietà a Ga2a? È la sfida di questa generazione, se saremo capaci, si vedrà. Ma dobbiamo fare del nostro meglio, se non avremo un movimento internazionale di massa non riusciremo a battere il complesso militare industriale, le pretese della Nato e le brame imperiali degli Stati Uniti. Dobbiamo fare tutto il possibile per costruire un mondo di pace e giustizia sociale, solo un movimento rivoluzionario può farlo. Questo dobbiamo fare. Pensate anche a un partito politico internazionale con Greta Thunberg, non so Francesca Albanese o magari con Varoufakis, che il suo partito in Grecia ce l’ha? Non abbiamo discussioni su questo, non abbiamo realmente toccato l’argomento. Credo che abbiamo bisogno di un grande movimento sociale, siamo lontanissimi dal discutere d’altro. È in preparazione una nuova Flotilla per Gaza, forse per la primavera prossima. Quante barche pensate di portare lì davanti? Quali lezioni avete tratto dalla Global Sumud? Pubblicheremo a giorni i dettagli della nuova missione. Quello che posso dire oggi è che la situazione a Gaza e in Palestina è ancora lontana dall’essere risolta, vediamo ancora genocidio e pulizia etnica, apartheid e colonialismo, razzismo e suprematismo dietro il sionismo. Dobbiamo mettere fine a tutto questo, le flottiglie sono ancora necessarie, Gaza è ancora sotto assedio da 18 anni e il piano di Donald Trump non ha cambiato tutto questo, crediamo possa andare perfino peggio. Quindi dobbiamo continuare a mobilitarci, sappiamo che la nostra responsabilità è anche più grande adesso, dobbiamo essere ancora più forti, abbiamo bisogno di tutti e dobbiamo arrivare lì.