La delegittimazione dello stato ebraico non aiuta la pace
Un editoriale netto e ben costruito che smonta la retorica della “critica a Israele” usata come copertura per nuove forme di antisemitismo politico. Il Riformista ricorda come la delegittimazione dello Stato ebraico, dalle campagne di boicottaggio alle accuse infondate, ostacoli qualunque percorso diplomatico e favorisca solo gli estremisti. Un articolo rigoroso, documentato e coerente con la linea di difesa del diritto di Israele a essere trattato come qualunque altro Stato sovrano.
«C onfondere la critica radicale, anche la più dura, alle idee e alle azioni del governo di Israele con il carattere democratico di uno Stato che garantisce libere elezioni, istituzioni legittime, una società civile plurale e capace di aspre contestazioni del potere anche in stato di guerra, una comunità palestinese-israeliana che partecipa alla vita politica del Paese, è un grave errore». Lo afferma in una nota Sinistra per Israele – Due Popoli Due Stati. «Questo non vuol dire – prosegue la nota – che chi come noi afferma questo non sappia, allo stesso tempo, denunciare il fatto che fuori dai confini di Israele, in Cisgiordania, per i cittadini palestinesi non c’è certamente democrazia. Essi subiscono quotidiane e inaccettabili violenze e usurpazioni dei coloni, in una situazione complessiva insostenibile. La restituzione dei territori occupati, dentro la cornice della soluzione “due popoli–due Stati”, è da sempre la nostra bandiera». «Proprio perché in Israele esistono forze di destra che lavorano per demolire quella democrazia – continua la nota – occorre che in Europa la si difenda, sostenendo le opposizioni che, a milioni, sono scese in piazza per impedire la deriva autocratica». «La campagna di delegittimazione a cui assistiamo in queste ore – conclude Sinistra per Israele – è solo l’ennesimo tentativo, ormai logoro, di colpire Israele sul piano della legittimità. Un’operazione che, invece di aiutare le forze democratiche impegnate per un futuro di pace, finisce per isolarle».