Netanyahu chiede la grazia nel processo per corruzione. Manifestazioni di protesta

Esaminerò la richiesta di grazia con responsabilità e sincerità, dopo avere ricevuto tutti i pareri pertinenti». A parlare con estrema prudenza è il presidente di Israele, Isaac Herzog. Al suo ufficio sono state consegnate 111 pagine, scritte dall’avvocato Amit Hadad, in cui è richiesta la grazia per il primo ministro Benjamin Netanyahu. Dal 2020 il premier è sotto processo per corruzione, frode e abuso di fiducia. Tre i filoni dell’inchiesta: secondo l’accusa, Netanyahu ha ricevuto regali da uomini d’affari in cambio di favori, ha concluso un accordo per aiutare un giornale in cambio di articoli positivi, infine ha promosso regole che hanno aiutato un magnate delle telecomunicazioni. Il processo è in corso e questo spiega quanto sia anomala la richiesta. Molti giuristi israeliani hanno sottolineato che la grazia viene richiesta in seguito a una condanna. In questo caso, andrebbe a interrompere un procedimento senza che vi siano un’ammissione di colpa e tanto meno le dimissioni. Esiste un solo precedente paragonabile nella storia d’Israele e, con uno scherzo del destino, riguarda Chaim Herzog, padre dell’attuale capo dello Stato. Anche Chaim Herzog era presidente e nel 1986 concesse la grazia prima dell’incriminazione ad alti funzionari dello Shin Bet (i servizi segreti) che avevano insabbiato l’esecuzione di due palestinesi. I funzionari però avevano ammesso la loro colpevolezza e il capo dello Shin Bet si era dimesso. Per questo oggi, in un paese già lacerato dalle proteste sulla riforma della giustizia che ci furono prima dell’attacco del 7 ottobre, la grazia a Netanyahu potrebbe causare una crisi istituzionale. Il Ministero della Giustizia dovrà raccogliere pareri tecnici e svolgere valutazioni giuridiche: secondo il Jerusalem Post «la decisione potrebbe richiedere settimane o mesi». Ieri ci sono state manifestazioni davanti alla residenza di Herzog contro la concessione della grazia. RAGIONI Come motiva Netanyahu la sua richiesta? Il primo ministro ha spiegato nella lettera inviata al presidente Isaac Herzog: «Chiedo di prendere in considerazione la concessione della grazia allo scopo di lasciarmi continuare a operare interamente per il bene dello Stato di Israele, senza che il processo giudiziario in corso continui a dividere il popolo e a influenzare decisioni governative. Il procedimento giudiziario nei miei confronti contribuisce ulteriormente a tali fratture. C’è la necessità di una riconciliazione nazionale tra tutti i cittadini». Il primo ministro ricorda anche: «Di fronte alle accuse infondate, il mio interesse personale è staIL PRESIDENTE HERZOG: «ESAMINERÒ IL CASO CON RESPONSABILITÀ» L’ACCUSA METTE A RISCHIO IL FUTURO POLITICO DEL PRIMO MINISTRO to e rimane quello di proseguire il processo fino alla fine, fino alla piena assoluzione. La realtà della sicurezza e della situazione politica e l’interesse nazionale impongono un’altra strada. Il proseguimento del processo ci lacera dall’interno e approfondisce le fratture. Ho riflettuto a lungo. Ciò che ha fatto pendere la bilancia è il fatto che mi viene richiesto di testimoniare tre volte alla settimana. È una richiesta impossibile». Ultima carta giocata da Netanyahu: anche il presidente americano sostiene la sua richiesta. Ricorda: «Trump ha chiesto la fine immediata del processo, in modo che insieme potessimo promuovere interessi vitali condivisi da Israele e Stati Uniti durante una finestra temporale che difficilmente si ripresenterà». L’opposizione ha però già detto no alla grazia. Yair Lapid, leader del partito Yesh Atid: «Mi rivolgo al presidente Herzog: non può concedere la grazia a Netanyahu senza un’ammissione di colpa, l’espressione di pentimento e il ritiro immediato dalla vita politica». Yair Golan, capo del Partito democratico e generale in pensione: «L’unica soluzione accettabile è che Netanyahu si assuma la responsabilità, ammetta la colpa, abbandoni la politica». Il presidente del Partito di Unità Nazionale, Benny Gantz: «Si sta comportando come un piromane che appicca un incendio e chiede il pizzo per spegnerlo. Smetta di danneggiare la democrazia. Deve indire elezioni e solo allora può cercare un patteggiamento o la grazia».

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