Piantedosi risponde a Lepore: «I danni li paghi chi ha distrutto»
Il ministro dell’Interno liquida le richieste di danni che il sindaco di Bologna aveva girato al Viminale contestando la gestione dell’ordine pubblico nella città, dove pro Pal e centri sociali hanno ferito 16 agenti Piantedosi risponde a Lepore: «I danni li paghi chi ha distrutto» Il ministro: «La partita andava giocata, non potevamo cedere al ricatto antisemita» n Il sindaco di Bologna chiede almeno 100.000 euro per i danni provocati da quegli stessi pro Pal e dai centri sociali che Bologna ha sempre coccolato. Il ministro rispedisce al mittente le accuse e afferma: «Dietro alle richieste di non far giocare la partita si nascondeva un pregiudizio ideologico nei confronti dello Stato di Israele». a pagina 7 n Chi «Lepore», si fa il centro sociale se lo mangia. Potrebbe essere la morale di un cortocircuito istituzionale provocato dal Sindaco di Bologna che non sapendo come allontanare da sé la responsabilità degli scontri avvenuti venerdì sera prima, durante e dopo la partita di Eurolega di basket tra la Virtus Bologna e il Maccabi di Tel Aviv ha puntato il dito contro il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a cui ha chiesto «almeno 100.000 euro di danni» accusandolo di «irresponsabile gestione dell’ordine pubblico». Puntuale e puntuta è arrivata la risposta del ministro: «I danni? Il sindaco li chieda a chi li ha causati». Piantedosi ha allargato il ragionamento per rintuzzare una polemica che il Sindaco aveva sollevato nei giorni scorsi per evitare di dover scontentare i suoi fedeli sostenitori pro Pal (in giunta ha molti assessori che flirtano con i centri sociali) mettendo le mani avanti. Aveva sostenuto Matteo Lepore di stretta osservanza Pd, anzi meglio adepto di Elly Schlein, che non si poteva far disputare la partita al PalaDoza (è la casa della Virtus in centro città) e che si doveva o giocare a Casalecchio oppure rinviarla. Piantedosi aveva risposto: se vuole, il Sindaco sospenda l’incontro. Lepore aveva controbattuto: tocca al Prefetto. Ieri il ministro dell’Interno che ha espresso vicinanza agli agenti feriti – ha precisato: «Qualcuno voleva affermare il principio che una squadra israeliana non dovesse giocare la partita a Bologna e noi non potevamo cedere a questo ricatto. Tutte le proposte che erano arrivate ha precisato il ministro – erano inattuabili; credo che tutto questo celasse un pregiudizio ideologico nei confronti dello Stato di Israele». Venerdì sera i pro Pal – secondo Lepore l’80% è arrivato da fuori Bologna – in cinque ore di guerriglia urbana in cui sono stati feriti 16 agenti, due in modo molto serio, a fronte di 15 estremisti denunciati, hanno distrutto vetrine, incendiato auto, assaltato ristoranti, prendendo in ostaggio il centro città. Il Sindaco ha chiesto scusa ai bolognesi, ma per allontanare da sé il sospetto di compiacenza verso i manifestanti ha attaccato il Governo. Dura la replica di Maurizio Gasparri (Forza Italia): «Ha ragione Piantedosi: i danni vanno risarciti da chi li ha causati, non certo dal ministero dell’Interno. Lepore ha detto parole vergognose: è una persona indegna e si deve dimettere. Fiancheggia e protegge chi ha ferito sedici poliziotti» – incalza Gasparri – «sta dalla parte di chi con l’odio antisemita ha messo a ferro e fuoco le strade di Bologna che è la città di Elly Schlein e lei deve chiedere scusa alle forze di polizia aggredite». Il capogruppo di FdI alla Camera Galeazzo Bignami è stato ancora più severo: «Le scene di devastazione con una Bologna ostaggio e vittima della violenza pro Pal, sono il frutto della propaganda incendiaria del Pd e del sindaco Lepore. Quando è accaduto è di una gravità inaudita; è inaccettabile che un evento sportivo diventi occasione per violenze ed aggressioni alle nostre Forze dell’Ordine». Lepore da tempo ha intese con i pro-Pal; il 22 settembre fece garrire dal Comune un’enorme bandiera palestinese. Un mese dopo i pro Pal tentarono di occupare il consiglio comunale per bloccare la partita Virtus Maccabi. Peraltro il Comune di Bologna dà sostegno ai centri
sociali – sono una cinquantina, molti protagonisti di occupazioni abusive – e Lepore è tra i promotori dell’iniziativa con cui l’Emilia-Romagna e Bologna hanno interrotto le relazioni con Israele.