Cappato fa campagna per la Corte Penale Internazionale, la Suprema Cupola dell’Antisemitismo Giudiziario – IL VIDEOCOMMENTO

di Iuri Maria Prado - 6 Dicembre 2025 alle 14:18

Marco Cappato ha deciso di prestare la propria non irrilevante notorietà alla causa della Corte Penale Internazionale, una giurisdizione profondamente corrotta le cui mosse d’accusa erano fino a poco tempo fa affidate a certo Karim Khan, un signore che molestava le proprie collaboratrici intimando loro di non denunciare nulla perché la cosa avrebbe potuto pregiudicare le indagini che lui, il prosecutor, stava conducendo a carico del primo ministro di Israele e dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant.

Come certamente saprete, la Corte Penale Internazionale la cui azione è difesa da Marco Cappato emise degli ordini di cattura nei confronti di quei due, un atto persecutorio appena mascherato dalla strumentale adozione di misure anche nei confronti di tre macellai palestinesi, almeno due dei quali tragicamente impossibilitati a farsi arrestare perché medio tempore le forze di difesa israeliane li hanno levati di mezzo. Quegli ordini di cattura – che peraltro erano emessi in verosimile carenza di giurisdizione – erano basati su pochissime prove false e su una montagna di fuffa, perlopiù riferita alla presunta carestia che a Gaza non c’è mai stata. Ma secondo Marco Cappato bisognerebbe difenderlo, quel procedimento di macelleria giudiziaria. Difenderlo da chi ne contesta la legittimità e, soprattutto, ne contesta l’andamento che dire kafkiano è anche poco.

Ora, attenzione: è evidente che Marco Cappato e quelli che la pensano come lui hanno tutto il diritto di difendere quella Suprema Cupola dell’Antisemitismo Giudiziario. Ma altri, come per esempio gli Stati Uniti d’America, hanno invece non solo il diritto di non riconoscerla, ma hanno anche il diritto di imporre sanzioni nei confronti dei componenti e dei funzionari di quella Corte. Perché hanno il diritto di sanzionarli? Perché c’è l’ipotesi che essi si rendano responsabili di comportamenti che mettono in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti e dei loro alleati. E sono sanzioni che non diventano illegittime perché Marco Cappato le ritiene ingiuste.

Marco Cappato si pone a difesa di quella presunta giurisdizione, la quale secondo lui “sta facendo il proprio lavoro”, così come starebbero facendo il loro lavoro le organizzazioni umanitarie pure colpite dalle sanzioni statunitensi. Interessante. E che lavoro starebbero facendo la Corte e quelle organizzazioni? Dice Marco Cappato che starebbero raccogliendo prove su genocidi e crimini di guerra, in particolare “indagando in zone come Gaza, Congo e in altre parti del mondo”. Urca.

Ma su quali crimini a Gaza starebbe indagando la Corte Penale Internazionale? E quali prove starebbero raccogliendo le organizzazioni umanitarie di cui parla Marco Cappato? Beh, vediamolo. Indagavano sull’assassinio degli ostaggi ebrei da parte dei terroristi di Gaza? Raccoglievano prove sulle torture inflitte agli ostaggi ebrei dai terroristi di Gaza? Indagavano sul reclutamento dei bambini-sodato da parte dei terroristi di Gaza? Raccoglievano prove sul bel sistema educativo finanziato dalle Nazioni Unite per l’indottrinamento al martirio dei bambini palestinesi? Non risulta. Risulta che quelle organizzazioni umanitarie fossero a Gaza per fare altro: per esempio per stringere calorosamente le mani che avevano strangolato Ariel e Kfir Bibas. Risulta che quelle organizzazioni umanitarie fossero impegnate a stendere rapporti falsi sul cosiddetto genocidio, magari in consorzio, in collaborazione con la sedicente avvocata dell’Onu, quella che si alza indispettita se sente puzza di Segre. Risulta che quelle organizzazioni umanitarie fossero impegnate ad affidare alla monnezza i volantini con le immagini degli ostaggi ebrei.

Quindi, ripetiamolo. È legittimo che Marco Cappato e quelli che la pensano come lui se ne stiano in allegra compagnia di questa flottiglia collaborazionista di Hamas. Perfettamente legittimo. È legittimo che difendano la Mani Pulite dal fiume al mare ed è legittimo che avversino gli Stati Uniti che invece difendono Israele e difendono i politici israeliani che questi altri vogliono ammanettati. Ma lascino perdere la giustizia. Lascino perdere il diritto. Perché la giustizia e il diritto stanno da un’altra parte. Perché il pregiudizio antisemita non cessa di essere tale giusto perché indossa una toga o si infila il corpetto di un presunto cooperante umanitario.

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