Ha Stato Israele

Caro ministro Crosetto sul presunto attacco all’Unifil serviva cautela

di Iuri Maria Prado - 5 Settembre 2025 alle 13:06

Egregio Signor Ministro Guido Crosetto,

su queste pagine, ieri, ci permettevamo di osservare che sarebbe stata necessaria un po’ di cautela [1] nel denunciare il presunto “attacco” che, l’altro giorno, l’esercito israeliano avrebbe preordinato e attuato contro le forze dell’Unifil. Aggiungevamo che nell’annunciare, come Lei ha fatto, rimostranze nei confronti del governo israeliano, sarebbe stato quanto meno opportuno non affidarsi esclusivamente al comunicato di Unifil e ai lanci di agenzia che ne facevano acritica propalazione.

A poche ore da quella presunta notizia, e quando ancora era fervente l’indignazione per “l’attacco di droni israeliani contro i caschi blu”, si faceva chiaro – a dir poco – che non si è trattato di un attacco deliberato contro Unifil. Anche lasciando perdere che l’intenzione di colpire Unifil appariva immediatamente improbabile (non una delle granate che sarebbero state sganciate dai droni israeliani era andata a segno), bastava appunto il trascorrere di qualche ora perché fosse evidente la totale gratuità, e in ogni caso l’infondatezza, anche solo dell’ipotesi che Israele avesse deliberato di colpire il personale della Forza di interposizione (che, si ripete, comunque non ha colpito).

E così, Signor Ministro, sulla stampa che due giorni fa vociferava di quell’“attacco”, dando ampio risalto alle Sue combattive dichiarazioni, ieri si poteva leggere che “Israele bombarda vicino, troppo vicino, ai soldati di pace di Unifil in Libano” (il Corriere della Sera, a firma di Andrea Nicastro). Capirà chiunque che “bombardare vicino” a Unifil può essere evitabile, imprudente, persino illecito e, dunque, fortissimamente condannabile: ma è una cosa fattualmente e giuridicamente diversa rispetto a un deliberato attacco che mira a colpire quel bersaglio, che non è un bersaglio.

Sarebbe stato tanto più importante ispirarsi alla cautela che invece è mancata, Signor Ministro, considerando le serissime perplessità di cui è destinataria l’attuale presenza, nonché la concreta funzione, dell’Unifil in quelle zone. Perplessità che – è ovvio – non rendono nemmeno remotamente giustificabile un qualsiasi “attacco” al personale e alle installazioni di Unifil, ma che raccomandano un approccio un po’ più aderente a una situazione che vede le Nazioni Unite, con Unifil, gravemente inadempiente ai propri obblighi. Sia detto in generale, dunque non solo con riferimento specifico al caso dell’altro giorno: si può senz’altro giudicare che “bombardare vicino” a Unifil non va bene, ma diciamo che se “vicino a Unifil”, sotto il naso di Unifil, operano le forze terroristiche che Unifil dovrebbe tenere alla larga, allora il quadro del giudizio cambia parecchio.

[1] https://www.ilriformista.it/crosetto-ascolta-solo-la-campana-dellunifil-che-in-libano-consente-ai-terroristi-di-operare-indisturbati-479936/

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