Ha Stato Israele

Caso Nivarra, il soccorso negazionista del Corriere al prof. che sogna di isolare gli ebrei

di Iuri Maria Prado - 28 Agosto 2025 alle 11:30

In premuroso soccorso negazionista, il Corriere della Sera ha assicurato le proprie cure al professor Luca Nivarra, il docente nell’università di Palermo che l’altro giorno, da un proprio profilo social, istigava gli utenti a ripudiare i contatti con gli ebrei, così da farli “sentire soli” e lasciarli “faccia a faccia con la mostruosità di cui sono complici”.

Si noti: “Gli ebrei”. Da isolare, in quanto ebrei. E complici, in quanto ebrei. Davanti a una simile esibizione antisemita, il Corriere della Sera non decide semplicemente di intervistare (cosa certamente legittima) l’autore di quell’istigazione all’odio anti-ebraico. Preferisce, invece, fare la pedicure a quel calcio in faccia agli ebrei, spiegando che il professore ha proposto “una forma di censura che dovrebbe coinvolgere chi è israeliano in quanto tale”. Il guaio è che il professore sarebbe “andato decisamente oltre”, come scrive il Corriere, già se – appunto – avesse inteso riferire “agli israeliani” quel suo manifesto di incolpazione collettiva, con relativo programmino di ghettizzazione social. Ma non ha fatto questo. Perché non ha detto “israeliani”: ha detto “ebrei”, come abbiamo visto.

Ma per il Corriere era un po’ imbarazzante mantenere in purezza, senza qualche rimedio, le propalazioni del docente. E siccome era impossibile non riproporle (sarebbe stato troppo), allora l’articolista, Valentina Santarpia, nel descriverle ha pensato bene di attribuirle a una fattispecie più tenue: e così ha inguattato “ebrei” e ci ha messo “israeliani”. Il resto dell’articolo raccoglie, senza domande, senza interruzioni, senza nulla, le “difese” del professor Nivarra. Che si concludono così: “Sono stato travolto da una valanga di insulti e minacce, che non mi sembra il modo giusto per regolare un dibattito civile”. Ma poveretto, accidenti. E in ogni caso ha ragione. Pensate che mondo incivile sarebbe se qualcuno proponesse di far “sentire soli” certi personaggi, così da lasciarli “faccia a faccia” con il loro antisemitismo. Per fortuna non siamo in un mondo tanto brutto, e gli antisemiti godono felicemente di larga e ottima compagnia.

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