Clima insostenibile
Da Recalcati a Enthoven, chi non si piega ai Pro-Pal viene linciato dai social: se parli degli ostaggi sei “complice del genocidio”
di HaKol - 1 Ottobre 2025 alle 11:02
Il clima si è fatto insostenibile. Pensiamo soltanto a quello che è accaduto allo psicoanalista Massimo Recalcati in seguito all’articolo scritto qualche giorno fa. Prima aveva dato sostegno alla popolazione civile di Gaza e alla causa palestinese; poi ha scritto che nelle manifestazioni di massa a favore di Gaza, così come nel dibattito pubblico, gli ostaggi non vengono mai menzionati, né si invoca la loro liberazione e, soprattutto, nessuno si chiede la ragione per cui Hamas ancora non li libera per arrivare a un cessate il fuoco, preferendo giocare con la vita di due milioni di palestinesi. Ebbene, è stato letteralmente preso d’assalto in Rete con minacce e ingiurie: “Sionista reazionario”, “complice del genocidio” e così via. Lui ha giustamente reagito con un post su Facebook in cui non ha escluso di rendere oggetto di riflessione l’odio di cui è stato investito.
A Parigi la stessa sorte è toccata all’attrice Charlotte Gainsbourg per aver ricordato gli ostaggi, dopo che, qualche settimana fa, ha firmato una lettera aperta apparsa su “Le Figaro” insieme ad altre 19 personalità culturali, politiche e intellettuali. I firmatari chiedevano al presidente francese Emmanuel Macron di vincolare il riconoscimento dello Stato palestinese alla liberazione degli ostaggi e allo smantellamento di Hamas. L’obiettivo dichiarato della lettera era di mettere in guardia contro un riconoscimento “incondizionato” che, secondo i firmatari, rappresenta una “resa morale” al terrorismo. La povera Gainsbourg è stata linciata in Rete perché interpreta sul grande schermo Gisèle Halimi, una figura storica favorevole alla causa palestinese, e quindi è diventata, per i sostenitori della causa, indegna di interpretarla. È stata avviata immediatamente una petizione contro di lei.
Ma la notizia più assurda è la causa intentata da La France Insoumise, il partito di sinistra francese sostenitore della causa palestinese e accusato più volte di antisemitismo per alcune sue dichiarazioni da vari esponenti politici, per ingiurie pubbliche contro il filosofo Raphaël Enthoven, di origine ebraica. La causa è stata avviata in seguito a un suo tweet pubblicato il 1° maggio 2024, in cui Enthoven definiva LFI un “movimento detestabile, violento, complottista, appassionatamente antisemita” e aggiungeva espressioni come “sono così stupidi” e “non ne possiamo più di questo club di deficienti”. Il 23 settembre 2025 Enthoven è dovuto comparire davanti al tribunale di Parigi, dove non solo ha difeso le sue affermazioni, dicendo che si trattava non di un attacco gratuito ma di giudizi di valore, ma ha anche dichiarato di approfittare del processo intentatogli per dimostrare che quel partito è sul serio antisemita.
Infatti è attorno al termine “antisemita” che la difesa di Enthoven si vuole concentrare, dimostrando “che LFI è il primo partito, dalla fine della Seconda guerra mondiale, a riprendere i cliché antisemiti, persino quelli che risalgono al Medioevo, e a voler impedire la denuncia dell’esplosione dell’antisemitismo”. Il tribunale ha fissato la data della sentenza per il 6 novembre 2025. Forza Enthoven!