Dalle balle sulla Terra Santa alle tesi di Hannoun: le menzogne contro Israele
di Marco Del Monte - 4 Novembre 2025 alle 12:38
Con il passare delle settimane emergono sempre più dettagli sul presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia, tale Hannoun, che ha organizzato i cortei in kefiah che si sono svolti con grande enfasi. In queste manifestazioni, Hannoun ha fatto affermazioni sull’illegittimità dello Stato di Israele, che, essendo considerato un usurpatore delle terre palestinesi, non avrebbe diritto di esistere, dando così corpo allo slogan che viene ripetuto ossessivamente in ogni evento: “Palestina libera dal fiume al mare”.
Gli assertori di questa tesi parlano di 77 anni di occupazione, ovvero dal 1948 in poi. Partono da questa data per supportare la tesi che gli ebrei sarebbero stati “deportati” in Palestina per “risarcirli” delle persecuzioni naziste e dei campi di sterminio. In una parola, della Shoah.
Hannoun è fresco di daspo. In una delle sue ultime apparizioni ha plaudito alle rappresaglie di Hamas che ha ucciso un buon numero di gazawi, con l’accusa di tradimento e collaborazionismo con Israele, non appena i suoi uomini sono potuti uscire dai tunnel, dopo l’arretramento dell’Idf. Hannoun ha lanciato questa specie di fatwa, affermando che “chi uccide deve essere ucciso”, con un’enfasi ritenuta pericolosa anche da chi, politicamente, sta sostenendo la causa palestinese.
Questa “espulsione”, però, si ferma a Milano, sicché Hannoun di recente è andato a manifestare a Sesto San Giovanni, a pochi metri dal confine milanese, ripetendo ciò che va dicendo sin dal primo momento. Tra le cose che gli vengono conteste, c’è anche la contiguità con le gesta della famosa Flotilla.
Da un punto di vista storico, è importante far luce sulla negata presenza degli ebrei su quella che i cristiani chiamano Terra Santa, non da 77 anni, bensì da qualche secolo prima. Gli storici greci e romani (soprattutto questi ultimi) danno per scontato che gli ebrei abitassero in quelle terre, dove, dal 1300 circa a. C., c’era il Regno di Giuda, che, alla morte del re Salomone (930 a. C.), si divise in due regni: il regno di Giuda, con Capitale Gerusalemme, e il regno di Israele, con Capitale Samaria. Le terre interessate non erano “un francobollo” come adesso, ma arrivavano fino in Siria e Libano, a nord, e una piccola fetta di penisola del Sinai a sud.
Da notare e ricordare che Gaza, così come è adesso (più o meno), era esclusa, dato che anche i Romani non ne vollero sapere. Il complesso delle terre era costituito da tre zone ben delimitate, e cioè Giudea, Samaria e Galilea, che l’imperatore Tito individuò e delimitò come province autonome. Questo stato di cose durò fino a che l’imperatore Adriano, nel 135, domata la rivolta di Bar Kochbà, non le soppresse inglobandole nell’unica provincia che chiamò Palestina. Era la prima volta che questa definizione veniva alla luce, cosicché tutti i residenti erano palestinesi, ebrei, drusi, musulmani, cristiani di ogni confessione, armeni.
Nei Vangeli si parla di Erode il grande che, a buon diritto, si può considerare l’ultimo re di Giuda. Per negare questa verità storica, quindi, bisognerebbe negare perfino l’esistenza della Cristianità, il che è semplicemente ridicolo. I musulmani arrivarono in “Palestina” solo nel 638, passando lo scettro all’Impero Ottomano che resterà come dominatore su quella terra fino al 1918; su questa terra continuavano a vivere i discendenti dei popoli nominati prima (ebrei soprattutto). Già dalla fine del Diciannovesimo secolo, poi, la presenza degli ebrei si incrementò, con ebrei provenienti dall’Europa che acquistarono tutte le terre incolte e aride che gli altri non volevano.
La storia del mandato britannico ci porta direttamente all’Onu del 1947, che conserva tutti i documenti che provano la legittimità della presenza ebraica in questa terra omnicomprensiva che conservò la denominazione datagli dall’imperatore Adriano. Per confutare queste pillole di storia, dunque, andrebbero abolite tutte le religioni ad eccezione dell’Islam. L’unica speranza è che la Storia, per come si sono svolti veramente i fatti nei secoli, torni a vedere la luce.