Eccesso di legittima difesa, genocidio, Palestina guidata dall’ANP: ecco come smontare tutte le bufale contro Israele

13 Novembre 2025 alle 11:20

Facciamo il punto su Israele, passando in rassegna i principali “argomenti” sollevati. Israele:

(1) Eccede nella legittima difesa.
Israele esercita il diritto riconosciuto dall’art. 51 ONU: difendersi da un attacco armato (invasione) di Hamas. La proporzionalità si misura sullo scopo militare e non sul numero di vittime. Finché Hamas combatte, la difesa è legittima. Il numero di vittime civili è fra i più bassi di ogni conflitto moderno, soprattutto considerando la densità della popolazione e le tonnellate di esplosivi sganciati.

(2) Commette non “genocidio”, d’accordo, ma “pulizia etnica”
Non esiste un piano israeliano di espulsione permanente. Le evacuazioni interne di Gaza sono sempre state temporanee e per motivi di sicurezza, anzitutto a favore dei civili. L’art. 49 della Convenzione di Ginevra IV le consente se richieste da “imperative ragioni militari”.

(3) A differenza della Russia con l’Ucraina, Israele “bombarda a tappeto” Gaza
La Russia ha aggredito l’Ucraina; Israele risponde a un’invasione e a un massacro terroristico. Ha sempre colpito obiettivi di Hamas nascosti tra civili, avvertendo in anticipo, laddove possibile e a proprio detrimento. Non “bombarda a tappeto”: combatte un nemico che usa scudi umani e ha sistematicamente militarizzato la Striscia anche con fondi europei.

(4) Non si cura delle vittime civili
L’IDF ha sempre emesso avvisi, aperto corridoi, sospeso operazioni. Hamas invece combatte da scuole, ospedali, abitazioni civili. Sua è la prima violazione del diritto umanitario. Israele indaga sui propri errori, che certo esistono.

(5) Occorre riconoscere il diritto di ritorno dei palestinesi in Israele
Un ritorno di milioni cancellerebbe lo Stato ebraico. È da sempre il piano B dei terroristi di Fatah, ad oggi attualissimo. Il diritto internazionale non impone simili migrazioni di massa. Una possibile soluzione, che pure non condivido, prevederebbe compensazioni e reinsediamento nel futuro Stato palestinese, non certo dentro Israele.

(6) Bisogna subito riconoscere la Palestina, con a capo l’ANP
Riconoscere ora uno Stato sotto l’ANP (che, fra l’altro, ha finanziato stipendi a terroristi, ed è rivale e non opposta ad Hamas) significherebbe premiare la violenza. Deradicalizzare i palestinesi richiederà generazioni. Solo una classe dirigente deradicalizzata, ad oggi inesistente, potrà guidare un eventuale Stato palestinese. Che tale identità sia un’invenzione è ininfluente. Peraltro, il riconoscimento “anticipato” di un’entità priva di controllo unitario violerebbe la neutralità dell’obbligo di non ingerenza (art. 2(7) Carta ONU).

Il grande archivio di Israele

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