Famiglie delle vittime del 7 Ottobre citano Binance in tribunale

27 Novembre 2025 alle 17:00

Le famiglie di 306 cittadini statunitensi, tra vittime dirette e parenti del pogrom di Hamas del 7 ottobre 2023, hanno intentato una causa federale contro Binance, una delle principali piattaforme di scambio di criptovalute, e il suo fondatore Changpeng Zhao.

L’accusa principale mossa innanzi al tribunale del North Dakota è che Binance abbia operato consapevolmente come “strumento finanziario” per gruppi terroristici, facilitando il trasferimento di oltre 1 miliardo di dollari in criptovalute. I querelanti sostengono che questi fondi siano stati utilizzati per finanziare attacchi contro israeliani e cittadini americani, con destinatari che includerebbero Hamas, Hezbollah, la Jihad Islamica Palestinese e i Pasdaran iraniani. In particolare, più di 50 milioni di dollari sarebbero stati trasferiti anche dopo il massacro del 7 ottobre.

Secondo le accuse, supportate anche da Reuters, Binance sarebbe stata un sistema “intenzionalmente strutturato per offrire rifugio ad attività illecite”. La denuncia cita inoltre casi specifici di conti sospetti, come quello di una donna venezuelana che avrebbe movimentato oltre 177 milioni di dollari, e si appoggia a comunicazioni interne dei dirigenti del 2020 che ammettevano la presenza di utenti dediti a “commettere crimini”. I legali delle famiglie sostengono che la piattaforma abbia continuato a operare come canale di finanziamento terroristico nonostante le sanzioni subite nel novembre 2023, quando l’azienda si dichiarò colpevole per violazioni delle leggi antiriciclaggio e sanzioni statunitensi, accettando di pagare una multa da 4,32 miliardi di dollari. L’avvocato Lee Wolosky ha sintetizzato l’accusa affermando che Binance ha scelto “il profitto rispetto a ogni minimo dovere di contrasto al terrorismo”.

Binance si è rifiutata di commentare la causa in corso, limitandosi a dichiarare di “rispettare pienamente le leggi internazionali sulle sanzioni”. Questo procedimento in North Dakota si affianca a un contenzioso già pendente a Manhattan, rafforzando il fronte legale contro la piattaforma.

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