Ha Stato Israele
Francesca Albanese diventa Santa patrona del detenuto pro-7 ottobre
di Iuri Maria Prado - 26 Agosto 2025 alle 12:37
Francesca Albanese, la consulente delle Nazioni Unite secondo cui Hamas ha fatto anche tante cose buone, ha chiesto “ufficialmente” ai vertici della Commissione dell’Unione europea quali misure abbiano adottato “per la liberazione del dottor Abu Safiya e delle altre migliaia di ostaggi palestinesi che, come gli ostaggi israeliani, hanno il sacrosanto diritto di tornare a casa”.
È già buffo che qualcuno pretenda di rivolgere intimazioni “ufficiali” tramite un social (mica ha mandato una lettera a Bruxelles: ha fatto un post su X). Ma, ciò a parte, tutti tranne lei capiscono che questa disinvolta attivista non ha nessun titolo per chiedere “ufficialmente” alcunché a Ursula von der Leyen e a Kaja Kallas. Salvo credere che il ruolo di “special rapporteur” all’Onu sia pervertito alla funzione di ministro degli Esteri di Gaza, infatti, qualcuno alle Nazioni Unite dovrebbe forse segnalare alla propria consulente la necessità di non abbandonarsi a simili iniziative, tanto più inopportune perché inevitabilmente espongono a discredito l’organizzazione di cui la signora spende il nome nell’esercizio della propria militanza.
Poi c’è il merito, e lì si sprofonda. Perché la signora Albanese non solo chiede la liberazione di Abu Safiya – un apologeta dei massacri del 7 ottobre, intimo di Hamas e accusato di esserne un ufficiale – ma equipara i detenuti palestinesi agli ostaggi israeliani. Attenzione. Abu Safiya – chiamato dai suoi “colonnello” – era il responsabile dell’ospedale Kamal Adwan, usato per la detenzione degli ostaggi israeliani e per dare rifugio ai terroristi di Hamas. E, appunto, aveva reiteratamente celebrato l’opera dei massacratori del 7 ottobre. È possibile che sia detenuto indebitamente? Certo che è possibile (per amore di ipotesi, diciamo). Ma accomunarlo alle donne, agli uomini, ai vecchi e ai bambini sequestrati dalle belve del 7 ottobre è un altro paio di maniche, ed è ciò che sfrontatamente ha fatto la signora Albanese con lo sproposito che ha pubblicato sul suo profilo social.
Identico discorso per le “migliaia di ostaggi palestinesi che, come gli ostaggi israeliani”, avrebbero “il sacrosanto diritto di tornare a casa”. Israele non fa, e non ha, “ostaggi”. Si tratta di detenuti. È possibile che alcuni di essi siano detenuti ingiustamente? Ancora una volta: certo che è possibile. Ma solo un pregiudizio senza limiti equipara la loro condizione a quella degli inermi deportati e sequestrati nei tunnel di Gaza. O negli ospedali come quello in cui operava Abu Safiya, il medico-colonnello di cui la signora Albanese si fa patrona.