L'evento

Giornata europea della cultura ebraica. Il libro è ponte tra memoria e dialogo

di HaKol - 13 Settembre 2025 alle 10:50

Un libro non è mai solo carta e inchiostro. È memoria, identità, dialogo. E per il popolo ebraico, il libro è molto di più: è il cuore stesso di una tradizione millenaria che continua a pulsare. Domenica 14 settembre si accendono i riflettori sulla 26esima edizione della Giornata europea della cultura ebraica, che quest’anno porta come tema Il popolo del libro. Un filo che unisce rotoli della Torah e biblioteche contemporanee, commentari rabbinici e romanzi moderni, fino a quella vitalità che rende la cultura ebraica parte integrante del patrimonio europeo.
Soncino città capofila
Soncino, in provincia di Cremona, farà da cornice all’inaugurazione nazionale. È stata scelta come città capofila per il profondo legame con il tema di quest’anno: la diffusione del sapere attraverso la stampa. La cittadina lombarda, infatti, custodisce una pagina fondamentale della storia culturale europea: nel XV secolo divenne sede della prima tipografia ebraica italiana, fondata da Israel Nathan, medico-rabbino proveniente da Spira, in Germania. Fuggito dalle persecuzioni anti-ebraiche, Nathan trovò a Soncino un contesto favorevole per le sue attività, e nel 1488 stampò la prima Bibbia completa di segni vocalici in ebraico. Il suo intento era duplice: rendere accessibile a tutti la conoscenza sacra a prezzi contenuti e contribuire alla diffusione della sapienza nel mondo. La tipografia soncinese è dunque il simbolo di un borgo che ha vissuto un fiorente sviluppo artigianale, commerciale e culturale.

Letture, mostre e tradizione ebraica, tra archeologia e Talmud
Il programma romano ha il suo epicentro al Portico d’Ottavia, fulcro vitale dell’ex ghetto ebraico, ma si allarga al rione Monti e ad Ostia Antica, intrecciando archeologia, filosofia, letteratura, musica e teatro. Una festa diffusa, dove la cultura smette di essere materia per specialisti e diventa esperienza collettiva. La giornata si apre ai Giardini del Tempio con i saluti istituzionali, per poi entrare subito nel vivo con “Signori… il Talmud!”, un reading di Luca Barbareschi accompagnato dal violino di Gabriele Liscia. Un modo teatrale e coinvolgente per avvicinare il pubblico a un’opera cardine della tradizione ebraica. Sempre il Talmud sarà al centro dell’incontro con il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni e con Rav Gianfranco Di Segni, che presenteranno l’ultima traduzione italiana del trattato Makkot.
Anche il pomeriggio è degno di grande attenzione. Alle 16 Rav Benedetto Carucci Viterbi racconterà la storia dell’editoria ebraica in Italia, mentre l’attrice Ketty Di Porto ridarà voce a Virginia Tedeschi Treves, pioniera del giornalismo e della letteratura, in un reading che intreccia emancipazione femminile, moda e cultura. Alle 17:30 sarà tempo di festeggiare i 15 anni della libreria Kiryat Sefer, l’unica libreria ebraica d’Italia: un luogo che in questi anni è diventato non solo punto vendita, ma spazio di incontro, ricerca e comunità. A fare da madrina sarà la scrittrice Lia Levi, protagonista di una letteratura che unisce memoria personale e collettiva.
Il Museo ebraico di Roma aprirà gratuitamente le sue porte con visite guidate e la mostra Studio e preghiera. I libri più antichi della Comunità Ebraica di Roma. Aperture straordinarie anche per il Tempio Maggiore, il Tempio Spagnolo, l’Archivio Storico e l’Oratorio Panzieri-Fatucci, dove si parlerà di libri, fede e scienza con Sandro Di Castro e Ruben Spizzichino. Un’occasione rara sarà poi l’apertura al pubblico del Mikve di Ostia Antica, l’antico bagno rituale che racconta abitudini quotidiane e spiritualità millenaria.
Il libro come ponte: cultura, dialogo e comunità
Dietro ogni pagina c’è un’idea di cultura come dialogo: tra Dio e l’uomo, tra maestri e studenti, tra passato e futuro. È lo studio che plasma l’identità, è la scrittura che diventa eredità, è la lettura che costruisce comunità. Non a caso, la Giornata europea della cultura ebraica richiama ogni anno migliaia di visitatori, non solo per conoscere luoghi e tradizioni, ma per respirare un’atmosfera di apertura e vitalità. In tempi in cui il libro viene spesso dato per spacciato, questa occasione lo restituisce nella sua forma più viva: strumento di conoscenza, ponte tra culture, voce che non smette di interrogare chi legge. Perché il vero segreto del popolo del libro è questo: non possedere testi intoccabili, ma continuare a interpretarli, riscriverli e farli dialogare con il presente.

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