Gli Stati Uniti rafforzano la presenza militare in Medio Oriente: messaggio all’Iran, agli Houthi o a entrambi?

di Paolo Crucianelli - 14 Novembre 2025 alle 13:59

Di recente gli Stati Uniti hanno effettuato manovre aeronavali in Medio Oriente, facendo affluire nell’area numerosi velivoli, tra cui cacciabombardieri e aerei cisterna KC-135 Stratotanker e KC-46 Pegasus. La destinazione finale sembra essere la base USA di Al Udeid, in Qatar. Contemporaneamente la USS Gerald R. Ford, la più grande portaerei del mondo, con il suo gruppo navale di scorta, è stata avvistata mentre oltrepassava lo stretto di Gibilterra, nel pomeriggio del 1° ottobre, entrando quindi nel Mediterraneo. Anch’essa sembra diretta in Medio Oriente.

Il notevole rafforzamento militare Usa, soprattutto con il dislocamento delle aerocisterne, sembra far pensare a una possibile azione militare. Gli aerei cisterna servono infatti per rifornire in volo i cacciabombardieri impegnati in missioni che superano il raggio d’azione dei velivoli d’attacco. L’obiettivo più plausibile è dunque l’Iran. La cosa non dovrebbe sorprendere: infatti l’Iran, sconfitto ma non domato dopo la guerra dei dodici giorni, ha ripreso a pieno ritmo la ricostruzione del suo arsenale offensivo e difensivo; quest’ultimo era stato neutralizzato da Israele già nelle prime ore del conflitto. Nelle ultime settimane sono state segnalate manovre militari dei Pasdaran e lanci missilistici di prova. Sembrerebbe inoltre che siano in corso accordi per ricevere dalla Russia e dalla Cina sistemi più moderni, per non farsi sorprendere una seconda volta dall’aeronautica di Gerusalemme.

A questo si aggiunge la tensione tra il regime degli ayatollah e i tre Paesi europei, i cosiddetti E3, (Francia, Germania e Regno Unito) per il ripristino delle sanzioni ONU sospese nel 2015, giacché Teheran non collabora con l’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) rifiutando l’accesso degli ispettori ai propri impianti nucleari.

La pace, dopo la guerra dei dodici giorni, resta fragile e i falchi di Teheran non hanno mandato giù la sconfitta e anelano a una rivincita. In quest’ottica, lo spiegamento Usa potrebbe essere visto non tanto come una preparazione a un ipotetico attacco, ma piuttosto come una dimostrazione di forza per mettere in guardia l’Iran da propositi bellicosi. Tuttavia, non si può escludere che le intenzioni di Washington siano anche quelle di mettere fine, una volta per tutte, alla minaccia che gli Houthi rappresentano per il traffico commerciale nel Mar Rosso.

In ogni caso, il rafforzamento statunitense nel quadrante mediorientale conferma che, a distanza di pochi mesi dalla guerra dei dodici giorni, l’equilibrio della regione resta instabile e soggetto a nuove fiammate di conflitto.

Il grande archivio di Israele

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