Le Ragioni di Israele

Guerra a Gaza, l’esistenza di Hamas è la vera violazione dell’intesa per la tregua

di Iuri Maria Prado - 21 Ottobre 2025 alle 13:02

Il potere di fatto che assedia Gaza da decenni, cioè Hamas, ha restituito gli ostaggi perché, se non lo avesse fatto, avrebbe cessato di esistere. Quel che rimane di quell’organizzazione terroristica aveva visto imminente il collasso della propria ridotta a Gaza City, una prospettiva resa anche più certa e temibile dal cambio di passo dello sponsor qatarino preso di mira dall’attacco israeliano del mese scorso. Per questo ha restituito gli ostaggi, quantomeno quelli vivi: non perché si predisponesse a un piano di pace, ma perché se non li avesse restituiti non avrebbe potuto perseverare nell’unico piano che ne giustifica l’esistenza, e cioè la guerra.

La violazione, da parte di Hamas, anche delle poche condizioni di accordo che aveva sottoscritto dopo non aver accettato il complesso di quelle che erano state predisposte, non è un inadempimento di quel patto: è l’adempimento a uno scopo prioritario ed esclusivo, cioè attuare il proprio mandato di distruzione. A violare quegli accordi non è il comportamento di Hamas: è l’esistenza di Hamas. E l’esistenza di Hamas è ciò che, prima, ha fatto accantonare una buona parte dei venti punti della griglia originaria di condizioni per la tregua e, poi, ha fatto carne di porco del residuo concordato.

Non era necessario assistere a come Hamas ha deciso di usare la sospensione delle ostilità per sapere che non sono visibili prospettive di ricostruzione di Gaza, né è immaginabile un qualsiasi futuro vivibile per Gaza, finché quell’organizzazione radicalizzata e genocidiaria conserva anche uno scampolo del proprio potere. Perché è il potere che ha costruito 500 chilometri di tunnel sotto i piedi della popolazione civile cui ha impedito di trovare rifugio lì sotto. Il potere di Hamas è questo, non è mai stato esercitato in nessun altro modo e non può essere esercitato in nessun altro modo: il progetto irrealizzabile della distruzione di Israele tramite la realizzabilissima distruzione di Gaza. Non accorgersi del fatto che questo è sì un problema per Israele, ma soprattutto è un disastro per Gaza, costituisce la colpa più grave della comunità internazionale che vagheggia di due Stati facendo finta che possa venir dopo, anziché dover venire prima, la neutralizzazione del potere che ha condannato Gaza alla distruzione.

Dopo due anni di guerra, troppi in quella comunità internazionale si rifiutano di capire che a Gaza non deve esserci posto per Hamas perché con Hamas non c’è posto per Gaza. L’avversione a Israele spiega questo rifiuto, ma a pagarne le conseguenze è Gaza. Vittima non di Israele, ma della comunità internazionale che la affida ad Hamas.

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