I rifugiati ebrei dal Medio Oriente
13 Settembre 2025 alle 07:03
Secondo un rapporto della Justice for Jews from Arab Countries (JJAC), i rifugiati ebrei provenienti da 11 paesi del Medio Oriente (10 nazioni arabe e l’Iran) hanno perso beni per un valore stimato di oltre 263 miliardi di dollari a causa di persecuzioni, pulizia etnica e violenze subite nel XX secolo.
Il rapporto, presentato a un evento collaterale delle Nazioni Unite, evidenzia come la popolazione ebraica in questi paesi sia passata da quasi un milione di persone a circa 12.000, con i rifugiati costretti a cedere o a subire l’espropriazione dei loro beni. Anche se il valore dei danni è una stima, i ricercatori sottolineano che la portata della perdita è “sbalorditiva” e ampiamente ignorata nel dibattito internazionale sui rifugiati.
- Egitto: Leggi discriminatorie fin dagli anni ’20 hanno escluso gli ebrei dalla cittadinanza. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si sono verificati disordini e pogrom che hanno portato alla distruzione di proprietà e alla revoca dei passaporti. Oggi, la comunità ebraica egiziana si è ridotta da 75.000 a poco più di 3 persone.
- Iraq: Considerato uno degli esempi più sanguinosi, ha visto il Farhud, un pogrom del 1941, in cui furono uccisi ebrei e saccheggiate le loro proprietà. Negli anni ’50, i beni ebraici furono congelati, e coloro che volevano lasciare il paese dovevano rinunciare alla loro cittadinanza. La popolazione ebraica è calata da 135.000 a una stima di 5 persone.
- Yemen: Dopo secoli di oppressione, gli ebrei furono presi di mira nel pogrom di Aden del 1947. Oggi si stima che rimanga una sola persona ebrea nel paese.
Il co-presidente della JJAC, Sylvain Abitbol, ha concluso che solo affrontando la verità e riconoscendo ciò che è accaduto si può sperare in un futuro di dignità e pace duratura per la regione.