Politica
Il campo largo tira il freno a mano sul 7 ottobre. Bologna dà la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, Firenze ci pensa
di HaKol - 8 Ottobre 2025 alle 10:15
I convinti, gli obbligati e i glaciali. Questione di punti di vista che animano il campo largo, tra dichiarazioni sentite e note puramente formali. Come se il 7 ottobre, secondo anniversario del pogrom che colpì il sud di Israele, fosse una sorta di incidente di calendario, tra un corteo pro-Hamas ed un’onorificenza da consegnare a Francesca Albanese.
I commenti
Nella prima categoria spicca la dem Pina Picierno. Da lei parole sentite: “Non deve esserci spazio per chi minimizza, giustifica o esalta il pogrom del 7 ottobre, perché dall’odio nasce solo altro odio”. Intensa la commemorazione del senatore Graziano Delrio: “È un giorno in cui bisognerebbe solo comprendere la sofferenza delle madri e dei padri del 7 ottobre”. Tra i convinti, spazio a Matteo Renzi: “Il 7 ottobre i terroristi hanno spento la luce in Terra santa. Per riaccendere almeno una candela di speranza, serve l’accordo di pace subito”. Il girone successivo è quello degli obbligati, della serie dobbiamo scrivere qualcosa, forma molto più che sostanza. Così a metà mattinata escono in coppia la segretaria del Pd, Elly Schlein, e il suo responsabile Esteri Peppe Provenzano. “È un dolore che abbiamo rivissuto ogni giorno, per le decine di migliaia di palestinesi innocenti massacrati dai crimini del governo estremista di Netanyahu”, lo stile usato dal Nazareno per la missiva. Tra i glaciali la parte del leone viene spartita dal M5S e da Alleanza Verdi Sinistra. Esordisce Giuseppe Conte: “Il 7 ottobre è stata una pagina buia. Ma questo non ci ha mai spinto a indulgere di fronte a una reazione da parte del Governo israeliano sproporzionata e platealmente criminale”. Ancora più tranchant il vicepresidente M5S, Riccardo Ricciardi: “Una democrazia non risponde con un genocidio a un efferato attacco”.
Avs e il partito Liberaldemocratico
Da Avs, ci pensa l’eurodeputata Benedetta Scuderi, una reduce della Flotilla, a far percepire l’umore che gira dalle sue parti. “Condanno l’attacco che subì Israele. Ma allora perché voi non condannate l’8, il 9, il 10, l’11 ottobre?”, scrive la Scuderi un po’ indispettita. Fuori categoria il Partito Liberaldemocratico (estraneo all’alleanza di sinistra). Non usa mezze misure, il suo presidente, Andrea Marcucci: “Non fu un’azione militare, bensì un pogrom contro gli ebrei”. Aggiunge il segretario Luigi Marattin durante la commemorazione alla Camera: “Paragonabile all’11 settembre, una tragedia da non dimenticare”. Dalle dichiarazioni ai fatti concreti, in pratica sinistre coincidenze. Come quella del Comune di Bologna che alla vigilia del secondo anniversario del 7 ottobre, approva la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese: votano a favore il sindaco Matteo Lepore e il Pd. Si indigna l’europarlamentare dem Elisabetta Gualmini: “Francesca Albanese, comunque la si pensi, è una figura molto polarizzante e divisiva. E il compito di un primo cittadino è quello di unire”.
Firenze pensa alla cittadinanza onoraria ad Albanese
Ancora più incredibile l’incontro che si è svolto ieri sera a Genova, a cura di Amnesty International e dell’Anpi con la relatrice delle Nazioni Unite come ospite speciale. Le polemiche scoppiate in città per la data scelta hanno raggiunto lo scopo di cambiare il luogo scelto, da Palazzo Ducale ai giardini Luzzati. Il tour però continua, proprio oggi la commissione consiliare diritti umani del Comune di Firenze valuterà la proposta di cittadinanza onoraria alla Albanese, presentata da un consigliere di estrema sinistra. Pare che da Palazzo Vecchio si guardi con simpatia all’eroina che giudica Liliana Segre con parole sprezzanti: “È poco lucida”. Sempre dal capoluogo della Toscana, un’altra iniziativa. Alla facoltà occupata di giurisprudenza, ieri era previsto “un dibattito sulla resistenza palestinese”. La denuncia viene da Marco Carrai, console onorario di Israele. Il titolo è già un programma: “Dal fiume al mare: liberazione palestinese, sionismo e prospettive di lotta in occidente”.
Il freno a mano tirato
Da Milano intanto arriva un altro allarme: “Vogliono togliere il gemellaggio con Tel Aviv, è una follia”, dice il direttore del museo della brigata ebraica Davide Romano. “Sono sicuro che non sia stato il sindaco, è stata una parte del PD che voleva votare questa mozione”, aggiunge il presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi. Invece a Genova durante la commemorazione per le vittime del 7 ottobre, durante i lavori del Consiglio regionale, alcuni consiglieri di minoranza hanno scelto di uscire dall’aula. Insomma, il trionfo della geopolitica da salotto, la commemorazione con il freno a mano tirato.