"La milizia vuole instaurare una Repubblica islamista teocratica"
Il messaggio di Zehavi: “Portate via i soldati italiani dal Libano, hanno ‘trovato’ zero roccaforti di Hezbollah, danneggiano il disarmo”
di Andrea B. Nardi - 5 Novembre 2025 alle 11:53
Ex Tenente Colonnello dell’intelligence militare, Sarit Zehavi è presidente di Alma, centro di ricerca per la sicurezza di Israele al confine nord. Con molti incarichi internazionali, è una delle 50 persone più influenti in Israele.
Che cos’è Hezbollah?
«È tre cose: una milizia terroristica con fino a poco fa alte capacità militari, ma anche un movimento sociale che fornisce servizi alla sua comunità, i musulmani sciiti del Libano, e al contempo è un partito politico».
Che obiettivi ha?
«L’obiettivo di Hezbollah è prendere il potere e instaurare una Repubblica islamista teocratica. È un’educazione radicale di odio, cultura della morte e martirio. Il suo obiettivo è divulgare i valori della Rivoluzione islamica nel mondo partendo dal Libano. Ossia i valori dell’Iran, la Sharia, e la lealtà al leader supremo dell’Iran: è un’organizzazione libanese intrecciata nella società libanese fedele a un leader iraniano. Poi c’è la distruzione d’Israele, poiché la vuole l’Iran. Perciò sviluppano armi nucleari. Proclamano molto apertamente la morte di Israele e dell’America giacché la loro ideologia è contro i valori occidentali, contro la democrazia e i diritti umani, che uomini e donne siano uguali, il riconoscimento Lgbtq e tutto ciò in cui crede l’Occidente. Hezbollah condivide l’Islam radicale, l’identità tra religione e governo, tra leader religiosi e politici, la non separazione tra Stato e religione».
[1]Qual è la differenza tra Hezbollah e Hamas?
«Hamas vuole uno Stato nazionale islamista radicale chiamato Palestina; Hezbollah lo vuole in Libano. I radicali sunniti e sciiti spesso sono nemici ma a volte collaborano. Hezbollah non è interessato alla causa degli arabi nel West Bank e nella Striscia poiché tutto ciò riguarda il nazionalismo, ed essi non riconoscono nessuna nazionalità. Anche se l’Iran è una nazione, in realtà la loro è una ideologia religiosa transnazionale. Ciò che vogliono è avere in Libano uno Stato sciita radicalizzato, dove le minoranze saranno perseguitate. Prima della guerra, l’Iran dava quasi un miliardo di dollari all’anno a Hezbollah, ma esso ha sviluppato pure capacità di self-income nel narcotraffico, contrabbando, business vari».
Quanto è diminuita la forza di Hezbollah?
«Moltissimo. Aveva circa 200mila pezzi di artiglieria. Israele ne ha distrutto circa l’80%. Quindi ne ha ancora almeno qualche migliaia. Lo stesso per le forze di terra: anche se molti dei suoi comandanti sono stati uccisi e ne vengono uccisi ogni giorno, la sua unità d’élite ha ancora un paio di migliaia di operativi. Però abbiamo distrutto le infrastrutture vicino al confine. La sua capacità di lanciare un’invasione in stile 7 ottobre oggi non esiste, però la capacità di attacchi di piccoli gruppi militari oltre confine è ancora concreta».
La popolazione libanese è succube o complice?
«La base di Hezbollah, gli sciiti, circa metà della popolazione, probabilmente ancora lo supporta. Oggi non c’è un’alternativa vera per gli sciiti in Libano. Hezbollah è anche un partito politico».
Il governo libanese dichiara di non avere abbastanza forza per combattere Hezbollah.
«È vero: Hezbollah conserva ancora potere, e ci sono ancora comandanti dell’esercito collusi, benché la sua ala militare non abbia più soldati nelle truppe libanesi. Hezbollah ha molta influenza nella popolazione, e il governo non riesce a disarmarlo, ma i tempi sono cambiati. Israele non permetterà più a Hezbollah di rialzare la testa, perciò attacchiamo ogni giorno il Libano».
Le organizzazioni UN presenti in Libano sono utili, inutili o dannose?
«Dannosissime. Parlo al pubblico italiano, sapendo che state pagando con le vite dei vostri soldati, e ho un messaggio per voi: portate i vostri soldati fuori dal Libano il più velocemente possibile. Stanno danneggiando la missione del disarmo. Dal 2006 al 2023 quante roccaforti di Hezbollah hanno trovato i militari italiani? Zero! Anche se avevano indicazioni non hanno pubblicato le coordinate, e non hanno mai denunciato la presenza di Hezbollah. Quando sono stati attaccati da Hezbollah dicevano fossero civili isolati. Nei rapporti Unifil si leggeva che non ci fosse Hezbollah in Libano, invece c’era eccome. Poi è arrivato l’8 ottobre, Hezbollah stava scatenando una guerra contro Israele, e abbiamo scoperto che è ovunque nel sud del Libano, armato fino ai denti dove Unifil diceva che non ci fosse, e abbiamo trovato tunnel, strutture, armi e preparativi per l’invasione a 9 chilometri dal confine. Hezbollah ha lanciato gli attacchi che hanno ucciso la mia famiglia dai villaggi in Libano che Unifil non ha controllato né prima, né durante, né dopo la guerra. È stato uno spreco di denaro, tempo e vite dei soldati italiani, e mi spiace essere categorica; ero più gentile prima della guerra».
Come sarà il futuro del Libano?
«C’è un’opportunità d’oro per i libanesi di cambiare il proprio Paese. Ma l’unico che ha rinforzato la Risoluzione 1701 e ha disarmato Hezbollah è stato Israele. Noi continuiamo ad attaccare le formazioni militari e le forniture di armi dalla Siria, mentre le Forze Armate libanesi fanno molto poco. Hezbollah sta consolidando la propria potenza concentrandosi nell’area a sud del Rio Litani: Israele dovrà continuare a colpire le violazioni di Hezbollah per evitare che si rinforzi e risorga».
[1] https://www.ilriformista.it/4-piede-sarit-zehavi/