La risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
Il piano per Gaza non piace a Francesca Albanese, ecco il vilipendio dell’Onu degli special rapporteur “militanti”
di Iuri Maria Prado - 20 Novembre 2025 alle 13:19
Francesca Albanese, la “special rapporteur” all’Onu sulla situazione dei diritti umani nei cosiddetti Territori Palestinesi Occupati, ha detto che l’Unione Europea si comporterebbe come un “avvoltoio” se partecipasse al piano per Gaza disegnato dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu approvata l’altra sera. Ha aggiunto che il desiderio europeo di avere un ruolo nell’attuazione del piano è “una vergogna coloniale”.
Il suo collega Balakrishnan Rajagopal, “special rapporteur” sull’adeguatezza delle condizioni abitative, si è sfogato dai suoi profili social denunciando la “vergognosa risoluzione su Gaza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”, definendola una “fantasia coloniale” e dichiarando che deve essere “respinta da tutti gli Stati e da tutti gli individui”. Questi disinvolti attivisti non si limitano a fare carne di porco delle regole di condotta che li vincolano a obblighi di prudenza, imparzialità e moderazione nei comportamenti pubblici: lo fanno, per soprammercato, interferendo volgarmente nel dibattito politico, svillaneggiando le istituzioni nazionali e internazionali e contestando le decisioni a loro non gradite emesse dalla stessa organizzazione per cui prestano consulenza.
Che un consulente dell’Onu – addirittura contro il Segretario Generale che aveva mostrato soddisfazione per il piano per Gaza poi fatto proprio dal Consiglio di Sicurezza – si permetta, restando al suo posto, di definire “vergognosa” quella decisione, istigando gli Stati e “gli individui” (!) a sabotarla, è cosa da far trasecolare. Le uscite dell’altra – Francesca Albanese, appunto – se non sono sbalorditive è soltanto perché si aggiungono a un curriculum militante perfettamente in linea, ma questo non dovrebbe bastare ad assolverle. Che questa sedicente avvocata si abbandoni a requisitorie degne di un’agitatrice da corteo, permettendosi di rivolgere quegli spropositi all’Unione Europea che non adempie alle sue direttive di repulisti anti-israeliano, è francamente un po’ troppo anche per chi è abituato a certe incontinenze.
Facendo ironia facile si potrebbe dire che se una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per una volta, non piace a tutti, vuol dire che un pizzico di buono potrebbe anche avercelo. Se poi non piace per niente a Francesca Albanese si può anche togliere il condizionale: è buona tutta.