Non è possibile evitare di entrare a Gaza City

Israele come gli Alleati a Berlino nel 1945 per liberare la Striscia di Gaza dai nazi-terroristi di Hamas: se ci si ritira ora, la guerra è stata inutile

di Andrea B. Nardi - 22 Agosto 2025 alle 10:45

È come se agli Alleati avessimo detto: «Beh, siete sbarcati, ora basta, fermatevi sulle spiagge della Normandia». Oggi i nazisti sono i terroristi di Hamas, sono asserragliati a [1]Gaza City, sono ancora tanti e sono ben armati. Non è possibile evitare di entrare a Gaza City. Occorre smantellare completamente la loro roccaforte, altrimenti tutta questa guerra sarebbe inevitabilmente persa. Hamas ripartirebbe dalla città, dai suoi labirintici chilometri di tunnel che distano solo duemila metri dal confine israeliano, e ricomincerebbe a uccidere civili israeliani come ha fatto ininterrottamente negli ultimi vent’anni, ossia da quando Israele cedette alle solite pressioni internazionali e commise l’errore di lasciare la Striscia all’Anp e ad Hamas.
Hamas asserragliata e in ritirata come i nazisti
Solo nelle ultime ore, nell’area di Khan Younis, a sud di Gaza City, più di quindici terroristi si sono infiltrati in una fortificazione appartenente al Battaglione Nachshon della Brigata Kfir e hanno effettuato un attacco combinato con mitragliatrici e missili anticarro RPG per tentare di rapire soldati israeliani. La guerra è ancora in pieno svolgimento: non è possibile interromperla ora, pena la sconfitta di Israele. Certo, tutto questo costerà altra sofferenza: a Israele, per un ulteriore, pericoloso impegno dei propri soldati; e ai civili gazawi, vittime di una guerra cui li ha portati Hamas. Anche nella Seconda guerra mondiale le fasi più cruente e sanguinose furono alla fine, con i nazisti asserragliati e in ritirata. Nessuno ha mai pensato di addebitare agli Alleati quella coda di sangue e sofferenza. E infatti il governo Netanyahu non ha preso questa decisione alla leggera, nessun governo lo farebbe, ma l’opposizione protesta chiedendo di non entrare nella città.
Le finte proposte sugli ostaggi
La soluzione proposta dall’opposizione interna e internazionale sarebbe questa: arrendersi ad Hamas, lasciare che si riarmi e si riorganizzi, lasciare che riprenda gli attacchi contro Israele, e sperare così che i terroristi rilascino gli ostaggi, cosa che non hanno fatto in due anni. Un proponimento che non può che palesarsi come irrealistico, per usare un eufemismo. Demenziale sarebbe più appropriato come aggettivo. Netanyahu è stato sempre molto chiaro: se Hamas vuole interrompere la guerra, Israele la interrompe immediatamente, a patto che siano rilasciati subito tutti gli ostaggi, e siano deposte le armi. Però Hamas non l’ha mai fatto e si guarda bene dal farlo. Le finte proposte dei maggiorenti dell’organizzazione, che ingrassano negli hotel a cinque stelle di Doha, in Qatar, sono sempre le stesse: rilasciare alcuni pochi ostaggi israeliani, già morti, in cambio di centinaia di terroristi arabi prigionieri, e continuare a combattere mentre all’Idf si chiede il cessate il fuoco. È un tranello che va avanti da due anni. Ora basta.
Gaza City come Berlino nel ’45
Strategicamente, politicamente, eticamente bisogna liberare Gaza City, e per farlo bisogna purtroppo entrarci dentro, strada per strada, quartiere per quartiere, come a Berlino dal 16 aprile al 2 maggio 1945, dacché – proprio come allora – si tratta di una vera guerra, e i nemici in armi sono migliaia, irreggimentati, addestrati, spietati, sanguinari, pure se non indossano uniformi ma vigliaccamente si nascondono fra i civili. Sbaglia Travaglio a dichiarare «è come se per catturare Provenzano avessimo bombardato la Sicilia [2]». E no! Provenzano era un individuo solo, e la mafia non ha mai aggredito militarmente per vent’anni la Penisola compiendo stragi di migliaia di italiani innocenti. Se lo avesse fatto, stia pur sicuro Travaglio che anche la Sicilia sarebbe stata invasa dall’Esercito italiano.

Kissinger scrisse che non esiste nulla di più sbagliato che iniziare una guerra che non si abbia intenzione di portare a termine. Se ci si ritira ora da Gaza, la guerra è stata inutile. L’obiettivo quindi deve essere distruggere Hamas, esautorare l’Anp, rimuovere il monopolio delle agenzie Onu complici e liberare la popolazione araba da questo giogo corrotto e criminale. Dopodiché, visto che l’Egitto non ci pensa proprio a riannettere la Striscia con i suoi “fratelli” arabi, si instaurerà un governo multinazionale arabo che garantisca la sicurezza di Israele, il benessere dei gazawi e che proceda alla ricostruzione di un territorio che potrebbe davvero diventare una Miami Beach del Mediterraneo.

[1] https://www.ilriformista.it/parte-loperazione-hamas-free-gaza-puo-rinascere-e-brillare-i-gazawi-saranno-liberi-e-larea-sara-piu-ricca-grazie-anche-ai-paesi-arabi-478443/
[2] https://www.ilriformista.it/marco-travaglio-la-guerra-a-gaza-per-la-sopravvivenza-politica-di-netanyahu-non-puoi-radere-al-suolo-la-sicilia-per-prendere-riina-e-provenzano-477458/

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