La tecnologia

Israele: scienza, ricerca e solidarietà hanno dato speranza al Paese. Il dolore del 7 ottobre trasformato in impegno

di HaKol - 7 Ottobre 2025 alle 10:23

Ci sono date che non si cancellano, che si imprimono nella memoria collettiva di un popolo come ferite aperte. Il 7 ottobre è una di queste. È il giorno in cui Israele è stato colpito nel suo cuore, quando famiglie intere sono state distrutte, giovani massacrati, bambini uccisi e civili rapiti. Quel giorno non ha ferito solo un Paese ma tutto il mondo: ha ferito l’idea stessa di umanità. Ricordare il 7 ottobre non è un gesto politico, è un dovere morale. È dare voce a chi non può più parlare, ma anche testimoniare la forza di chi ha scelto di non arrendersi. Israele ha reagito al dolore con il coraggio e con l’organizzazione che lo contraddistinguono: nei giorni successivi all’attacco, medici, volontari e civili si sono uniti per soccorrere, curare, salvare vite. I corridoi umanitari, gli ospedali da campo, le missioni di ricerca e salvataggio hanno mostrato un Paese che, pur nel lutto, si metteva in moto con una determinazione che non sorprende chi conosce Israele.
L’innovazione di Israele
C’è un aspetto di Israele che spesso viene dimenticato, offuscato da narrazioni semplicistiche: la sua capacità di innovare per il bene comune. Si parla di Israele come di un Paese che produce armi, ma si dimentica che è anche la nazione che ha inventato tecnologie mediche salvavita, sistemi di purificazione dell’acqua usati nei Paesi più poveri, software di soccorso che oggi impiegano anche le Nazioni Unite. Quell’industria che alcuni riducono al concetto di “militare” è la stessa che permette di costruire ospedali mobili, stampare protesi 3D per bambini feriti, sviluppare farmaci e strumenti diagnostici che curano nel mondo intero.

La forza di Israele è sempre stata quella di trasformare la minaccia in progresso, la scarsità in invenzione, la paura in organizzazione. È un Paese piccolo, privo di risorse naturali, circondato da instabilità, che però ha saputo investire nella mente e nel cuore delle persone. L’innovazione non nasce dal privilegio, ma dal bisogno. E quando il bisogno è sopravvivenza, l’innovazione diventa cultura. Una forza che caratterizza il popolo ebraico fin dalle sue origini millenarie abramitiche, attraverso lo studio profondo della Torah.
La tecnologica
Molte delle startup israeliane più conosciute nel mondo non nascono per profitto, ma per rispondere a emergenze umane: dispositivi per il monitoraggio cardiaco, droni di ricerca per zone di disastro, sistemi di comunicazione per persone con disabilità. È in questo modo che Israele unisce la tecnologia alla compassione, e la scienza alla memoria. Israele è la nazione che dopo ogni colpo ricevuto sceglie di rispondere con ingegno e vita.
L’impegno di Israele
Il dolore del 7 ottobre non può essere cancellato, ma può essere trasformato in impegno. Israele lo ha fatto e continua a farlo: attraverso la ricerca, la scienza, la cooperazione internazionale, i corridoi di cura e di dialogo. Perché il vero modo di ricordare le vittime non è restare fermi nel lutto, ma scegliere la vita. Questa è la storia millenaria del popolo di Israele. E forse, è proprio questo il messaggio più profondo che Israele offre oggi al mondo: anche dopo la distruzione, si può continuare a costruire. Ogni nuova vita, ogni gesto di solidarietà, ogni invenzione al servizio dell’altro è già una forma di resistenza e di speranza. Non a caso, l’inno nazionale dello Stato di Israele è HaTikvàh, “la speranza”.

Il grande archivio di Israele

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