Le Ragioni di Israele

Israele, siamo al boicottaggio di Stato. La vulgata antisemita ha la sponda delle istituzioni italiane

di Andrea B. Nardi - 19 Agosto 2025 alle 12:32

Allarme! Dobbiamo lanciare l’allarme! Come nel 1925, oggi nel 2025 le istituzioni statali hanno permesso la rinascita di un antisemitismo violento e incivile. A un secolo di distanza, noi italiani ci troviamo nuovamente di fronte a nostri concittadini animati da ignoranza, pregiudizi, crudeltà, idiozia. È esattamente quello che successe durante il fascismo, dove dapprima si era fatta diffondere la cultura antiebraica in ogni anfratto sociale e mediatico; in seguito si era passati a colpire fisicamente i cittadini italiani di religione ebraica (giova ricordare che l’ebraismo non è una razza bensì una religione), e infine si ordinò ai carabinieri (non alle SS!) di prelevare gli italiani ebrei e imbarcarli sui vagoni merci diretti ai campi di concentramento nazisti. Così era andata.

Oggi siamo già arrivati a completare i primi due punti. Manca solo il terzo: le deportazioni. Purtroppo lo Stato italiano ha abdicato completamente al suo ruolo di garante della verità, protettore dei suoi cittadini innocenti, persecutore degli istigatori di odio e falsificatori della realtà. Di nuovo questo Paese si rende complice, se non reo esso stesso, dell’ondata di odio verso gli italiani ebrei. Un secolo fa ciò fu il retaggio della strategia politica, tanto tipica quanto antica, di dirottare sulle comunità ebraiche ogni colpevolizzazione dei problemi nazionali. Lo fece la Francia monarchica e repubblicana; lo fece la Russia zarista e l’avrebbe poi fatto l’Urss; lo fece la Germania nazista, e non mancò di farlo, appunto, la vile Italia fascista. Oggi le motivazioni sono diverse. Assistiamo in tutto l’Occidente a una pressione spaventosa delle istanze islamiste: sono la radicalizzazione islamica unita al gigantesco ricatto delle corporation petrolifere e finanziarie arabe a costringere governi e apparati mediatici a incolpare Israele, tacendo sugli orrori jihadisti da cui è aggredita da 70 anni. L’immigrazione musulmana in Occidente completa il quadro di sottomissione sociale, culturale, elettorale, giuridica e politica degli europei agli arabi: 30 milioni di musulmani nella Ue, che raggiungono i 50 milioni con Russia e Turchia. Mentre negli Usa al momento se ne stimano solo 8 milioni, che raddoppieranno nel 2030 rispetto al 2007.

Di fronte a ciò, da due anni, sistematicamente, ogni giorno, su tg e talk show è divulgata a gran voce la menzogna infame del “genocidio” israeliano ai danni della popolazione araba; una falsità colossale che perfino l’Onu ha dovuto ammettere come priva di realtà. Inutile citare gli innumerevoli istituti indipendenti internazionali che hanno provato e certificato l’insussistenza di qualsiasi genocidio. Poi si è passati a strillare sulle morti di bambini per freddo, quindi sulla carestia e sui morti per fame e mancanza d’acqua. Pure qui poco è servito dimostrare che nessun bambino morisse di freddo (a Gaza in inverno ci sono dai 17°C ai 22°C), che la mancanza di cibo è dovuta alle requisizioni di Hamas, che Israele ha sempre fornito luce e acqua a Gaza e che ora sta costruendo un grandioso acquedotto dall’Egitto. E soprattutto che l’Idf prima di colpire i terroristi fa sempre evacuare i quartieri interessati (come testimoniato da Amnesty International). Non serve a nulla. Tutta la verità e i fatti vengono ogni giorno annegati dalla marea paludosa di bugie proclamate dai giornalisti e commentatori.

Anche le reti private sono impegnate a incolpare Israele di qualsiasi nefandezza. Una vergogna immonda, comportamenti faziosi e criminogeni. E su quali basi sono date le notizie? Solo ed esclusivamente sui comunicati del fantomatico Ministero della Salute di Gaza, di Anp, di imprecisati organismi medici, di agenzie Onu o di Al Jazeera. Peccato che tutto ciò faccia riferimento soltanto a una unica voce: Hamas, i terroristi barbari assassini. Come è stato ampiamente dimostrato, tutti i numeri forniti in questi anni sono assolutamente campati in aria, e non occorre un genio delle statistiche per capirlo: ogni giorno variano di migliaia di unità in più o in meno, come capita capita, e naturalmente la maggior parte fa riferimento a donne sempre incinte e bambini, dacché si sa che l’Idf ha come unico obiettivo uccidere donne e bambini. Non è mai stato fornito un solo documento di identità o foto di tutte queste vittime. Mentre Israele fornisce quotidianamente i dati anagrafici dei terroristi colpiti.

A questo apparato di artiglieria fa seguito la meticolosa fanteria dei quotidiani nazionali: esclusi rarissimi casi, come Il Tempo e Il Riformista, la stragrande maggioranza degli altri (dal Corriere della Sera a Repubblica passando per La Stampa e Il Fatto) diuturnamente tempestano i lettori con i falsi crimini commessi da Israele. Gli articoli sono corredati da foto che subito sono denunciate come fake clamorosi, ma non fa nulla: vengono pubblicate lo stesso. I pezzi sono firmati da magici inviati, come se i reporter fossero embedded alle truppe o almeno stanziati a Gaza (cosa che non è, e al massimo stanno al Cairo in hotel a 5 stelle, se non a Milano). Si intervistano solo voci contrarie a Israele, non si controllano le fonti delle notizie, non si verificano i fatti, mai si è assistito a un contraddittorio in tv o sulla stampa con autorità israeliane, politiche o diplomatiche: solo negazionismo dei fatti, riscrittura della verità, mistificazione, discredito della vittima, trasformazione della vittima in carnefice. Come nel Ventennio.

La guerra mediatica scatenata dai giornalisti contro Israele raffigura tranquillamente diverse ipotesi di reato: art. 604 bis Codice penale, istigazione odio razziale; art. 595 Codice penale, diffamazione; art. 476 Codice penale, falso; art. 658 Codice penale, procurato allarme. Anche la Costituzione nell’art. 3 vieta qualsiasi tipo di discriminazione e sancisce il principio di uguaglianza degli esseri umani. Eppure a oggi non risulta nessun atto di qualsivoglia Procura della Repubblica che abbia aperto un fascicolo contro un giornalista, un caporedattore, un direttore di giornale, un editore, nemmeno a fronte di notizie palesemente fraudolente e infondate. Perché la magistratura non interviene? Di certo questo apparato statale sembra non fare nulla per impedire una simile istigazione all’odio razziale.

I partiti politici sono sommamente responsabili della diffusione di fake news. In primis Pd e 5S, i quali seguono le narrazioni arabo-jihadiste, appoggiano pubblicazioni menzognere e falsi storici, partecipano a conferenze internazionali stigmatizzate come filo-Hamas. Spuntano anche legami tra esponenti di sinistra, l’Ucoii e le moschee già indagate per terrorismo. Poi c’è l’acquiescenza di certi sindaci dell’opposizione verso i centri islamici in cui si inneggia alla distruzione di Israele e al massacro del 7 ottobre. In tutto ciò i partiti di governo sono colpevoli di immobilismo. Non risultano azioni ministeriali o parlamentari per interrompere questa valanga di falsità. Alcuni ministri vaneggiano sulla fiabesca soluzione dei “due popoli, due Stati”, fingendo di non sapere che chi la rifiuta da 70 anni non è Israele bensì gli arabi, i quali per statuto ne vogliono un’altra: dal fiume al mare, ossia un unico neo Stato arabo al posto della distrutta Israele. Poi c’è chi farnetica di territori occupati, quando Israele non occupava alcun territorio arabo prima del massacro del Sabato Nero, tutti governati da Hamas e Anp. Altri straparlano di deportazioni, totalmente inesistenti. Perfino la Presidenza della Repubblica ha usato terminologie inesatte e fuorvianti sulla guerra al terrorismo di Gaza.

Per non parlare delle ignominiose esclusioni di Israele da manifestazioni culturali o commerciali: l’ultima è dalla Fiera del Levante di Bari, il cui 85% del capitale sociale è detenuto dalla locale Camera di Commercio. Su richiesta del sindaco Vito Leccese, rappresentante dello Stato italiano, l’ente ha escluso l’unica vera democrazia mediorientale, e promosso un delirante Nobel 2025 ai bambini di Gaza. Naturalmente si tace sui veri bambini trucidati, che sono quelli israeliani. A ciò possiamo aggiungere gli pseudo professori universitari pagati dallo Stato che non conoscono né i fatti né la storia ma blandiscono gli studenti con slogan miserandi. Tutto ciò ha portato al punto in cui troviamo aggressioni fisiche di cittadini italiani contro altri cittadini italiani ebrei, o contro israeliani; cartelli in luoghi pubblici, negozi, bar e ristoranti contro gli stessi (come la scritta “I criminali di guerra non sono benvenuti in Sardegna e possono essere perseguiti dalla legge” esposta a Chia); petizioni popolari e istituzionali contro atleti e artisti israeliani. Censura e oltraggi da ogni parte. E violenze fisiche.

Cosa sta aspettando lo Stato a intervenire massicciamente per interrompere tutto ciò, per ristabilire la verità e fare giustizia? Siamo giunti al punto che dobbiamo invitare i nostri amici ebrei a scappare dall’Italia? La conoscenza della storia, la paura della stupidità umana e la nostra coscienza ci impongono di farlo già: scappate dall’Italia finché siete in tempo! A meno che lo Stato italiano non si decida a difendervi seriamente. Ma deve farlo subito, perché è già tardi.

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