La decisione del Consiglio di sicurezza dell’Onu è davvero storica ed è la vittoria di Israele
19 Novembre 2025 alle 13:11
L’articolo di Ugo Volli analizza la Risoluzione 2803 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, approvata con 13 sì (e l’astensione di Russia e Cina), che istituisce una “forza internazionale di stabilizzazione” (ISF) a Gaza, sanzionando il piano di sistemazione della Striscia previsto dal Piano Trump.
Punti chiave della Risoluzione
La risoluzione è considerata una grande vittoria per Trump e, sul piano operativo, una conferma della vittoria israeliana. I punti principali sono:
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Approvazione del Piano Trump: Il piano “globale” viene approvato e se ne sollecita l’attuazione.
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Istituzione di un “Consiglio per la Pace”: Presieduto da Trump, gestirà la ricostruzione e i finanziamenti di Gaza finché l’Autorità Palestinese non sarà riformata e non riprenderà il controllo, aprendo in futuro un “percorso realistico verso una statualità palestinese”.
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Aiuti umanitari: Autorizzazione all’importazione di aiuti a Gaza, con la clausola che non finiscano nelle mani di “organizzazioni armate”.
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Forza Internazionale di Stabilizzazione (ISF): Istituita temporaneamente (fino al 31 dicembre 2027) e coordinata con Egitto e Israele, i suoi obiettivi centrali sono: monitorare il cessate il fuoco; distruggere le infrastrutture terroristiche e impedire la loro ricostruzione; disarmare i gruppi armati non statali (Hamas e altri); addestrare forze palestinesi ritenute sicure.
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Ritiro israeliano: Le forze israeliane si ritireranno gradualmente da Gaza in base al procedere del disarmo, ma una forza militare limitata potrà rimanere fino alla scomparsa della minaccia terroristica.
Il senso della decisione e la reazione di Hamas
Volli sostiene che, pur contenendo elementi di preoccupazione per Israele (come la forza internazionale e la menzione di una futura statualità palestinese), le clausole operative (punto 2 e 7) confermano la vittoria israeliana e l’obiettivo di stabilire un “nuovo Medio Oriente”, in particolare realizzando le condizioni chiave di vittoria di Netanyahu: la liberazione degli ostaggi e l’eliminazione della minaccia di Hamas tramite il suo disarmo e la cessazione del suo controllo su Gaza.
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Reazione di Hamas: Il gruppo terroristico ha respinto la risoluzione, denunciando l’istituzione di un meccanismo di amministrazione fiduciaria internazionale e l’obiettivo di disarmare i gruppi armati. Hamas ha anche lanciato una pesante minaccia, dichiarando che le forze ISF che entreranno a Gaza saranno considerate parti in guerra e, quindi, obiettivi del terrorismo.
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Il Veto implicito di Israele: La risoluzione concede implicitamente a Israele il diritto di veto sulla composizione dell’ISF.
Il Futuro e i rischi
La risoluzione è solo una tappa di un progetto più ampio di Trump per costruire un Medio Oriente di pace, che Israele condivide. Tuttavia, l’accordo comporta anche rischi e preoccupazioni:
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Vantaggi e preoccupazioni per Israele: Il sostegno americano è cruciale, ma la politica spregiudicata di Trump potrebbe includere la vendita di F35 all’Arabia Saudita (che parteciperebbe agli Accordi di Abramo) e un reingresso russo in Siria (a seguito del mancato veto di Putin), elementi che suscitano diffidenza tra i militari israeliani.
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La scommessa: La scommessa, a cui Netanyahu ha aderito, è che la rete di interessi e legami diplomatici guidati dagli USA nel “nuovo Medio Oriente” riuscirà a controbilanciare le minacce e a consolidare una pace solida.