L’architettura difensiva multilivello non è solo possibile, ma necessaria
La difesa multistrato d’Israele, dai 60mila rifugi antimissili all’Iron Shield: lo scudo di Davide e la difesa del diretto ad esistere
di HaKol - 30 Maggio 2025 alle 19:35
Il conflitto in Medio Oriente e la sicurezza di Israele sono temi centrali nell’attuale scenario geopolitico. Mentre nelle piazze e nei gabinetti di governo ci si concentra su come Israele sta contrattaccando, questo approfondimento – in tre parti – analizza come lo Stato ebraico si difende da minacce complesse e in costante evoluzione. Inizieremo esplorando la difesa multistrato israeliana, per poi analizzare i sofisticati sistemi antimissile che proteggono il Paese e, infine, affronteremo la risposta della comunità internazionale alle azioni di difesa.
Lo scudo di Davide, la prima linea di difesa
L’esagramma che dal 1947 campeggia sulla bandiera dello Stato di Israele – e che gli ebrei erano obbligati a cucirsi sul petto durante la barbarie nazifascista – ha origini antichissime: lo ritroviamo anche nelle decorazioni della sinagoga Khirbet Shema, realizzata nel nord di Israele tra il primo e il terzo secolo della nostra Era. Questo simbolo è spesso impropriamente chiamato “Stella di David”. In realtà, il suo vero nome è Magen Dawid, che in ebraico significa “lo scudo di Davide”. Un esagramma che rappresenta la millenaria lotta per la sopravvivenza del popolo ebraico e la difesa del loro diritto ad esistere. Quando pensiamo alla difesa di Israele, ci vengono subito in mente le IDF, le Forze di Difesa Israeliane: l’esercito popolare in cui tutti i cittadini sono obbligati a servire per almeno 32 mesi (gli uomini) o 24 (le donne). Tuttavia, la prima linea di difesa di Israele è costituita dall’addestramento di tutta la popolazione, dai sistemi di intercettazione delle minacce in arrivo e dai sistemi di allarme, dagli oltre 60.000 rifugi antimissile presenti in ogni casa, in ogni posto pubblico e lungo le strade, per non parlare della rete di intelligence che ha il compito di individuare e prevenire le minacce terroristiche (la stessa che ha clamorosamente fallito il 7 ottobre [1], ma ne parleremo un’altra volta). Un cittadino di Israele sa che potrebbe essere attaccato in qualsiasi momento e sa altrettanto bene che, in quell’istante, potrà contare solo su sé stesso, sull’aiuto dei suoi compagni e sulle IDF. Non certo su parole di solidarietà internazionale.
Scudi contro i missili
In una regione dove le tensioni restano costantemente alte, Israele ha costruito per la propria sopravvivenza uno dei più sofisticati e articolati sistemi di difesa antimissilistica al mondo. Un’architettura multilivello progettata per contrastare minacce aeree provenienti da nemici che, come l’Iran, Hezbollah, Hamas, i ribelli Houthi dello Yemen e altre bande fanatiche, sono votati alla distruzione dello Stato di Israele a qualsiasi costo. Sebbene la pioggia di razzi provenienti da Gaza, Libano, Cisgiordania e Yemen non si sia mai veramente fermata, dal 7 ottobre 2023 ad oggi si sono verificati numerosi attacchi di ampia portata. Un punto di svolta nelle strategie di difesa aerea e nella cooperazione militare tra Israele, Stati Uniti e i partner regionali del Medio Oriente si è avuto il 13 aprile 2024, quando, in risposta a un attacco senza precedenti da parte dell’Iran, composto da oltre 300 vettori offensivi – tra droni, missili balistici e da crociera – si è attivata una complessa architettura di difesa multilivello, pazientemente costruita in decenni di esercitazioni congiunte e cooperazione tecnica. L’operazione difensiva israeliana è stata battezzata “Iron Shield”: ancora uno scudo, stavolta di ferro.
Contesto geopolitico e preparazione strategica
L’attacco iraniano si è inserito in un contesto già estremamente teso, con il conflitto israelo-palestinese in corso da oltre un anno, e con la crescente attività delle milizie iraniane nella regione. L’elemento scatenante immediato è stato un attacco israeliano di precisione chirurgica il primo aprile a Damasco [2], che ha visto la morte di sette alti ufficiali iraniani del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), tra cui il generale Mohammad Reza Zahedi [3]: una figura chiave per il coordinamento delle operazioni proxy in Siria e Libano. L’Iran ha lanciato la rappresaglia nella notte tra il 13 e il 14 aprile, utilizzando una rete di lancio coordinata fra i territori iraniani, siriani, iracheni e yemeniti.
Le forze iraniane hanno impiegato tre ondate successive: la prima composta da circa 170-185 droni a lungo raggio Shahed-136 e Shahed-238, seguita da 30-35 missili da crociera e oltre 110-120 missili balistici, tra cui Shahab-3, Emad, Dezful e Kheibar. L’attacco del 13 aprile ha rappresentato il più grande stress test reale [4] per un sistema di difesa missilistico multilivello e multinazionale. Ha validato anni di esercitazioni congiunte, come Juniper Oak, Juniper Falcon e Austere Challenge, che avevano coinvolto migliaia di truppe e centinaia di velivoli. L’integrazione militare di Israele in CENTCOM (2021) e i progressi diplomatici avviati con gli Accordi di Abramo (2020) hanno consentito un coordinamento regionale senza precedenti, anche con Paesi che non riconoscono formalmente Israele, come l’Arabia Saudita.
Nonostante la riuscita difensiva, i comandi militari israeliani e statunitensi hanno riconosciuto che rimangono margini di miglioramento, soprattutto nella condivisione in tempo reale delle informazioni d’intelligence. Tuttavia, l’operazione Iron Shield rappresenta un punto di riferimento operativo e strategico per la sicurezza collettiva nel Medio Oriente, dimostrando che un’architettura difensiva multilivello e interstatale è non solo possibile, ma necessaria. Nelle prossime due parti vedremo di quali elementi si compone questa difesa multistrato.
[1] https://www.ilriformista.it/come-hamas-ha-colto-di-sorpresa-israele-terroristi-conoscevano-segreti-e-debolezze-dellesercito-piu-forte-del-medio-oriente-ma-che-lavorava-in-smart-387974/
[2] https://www.ilriformista.it/guerra-medio-oriente-israele-colpisce-liran-a-damasco-morti-e-feriti-ospedale-a-gaza-trasformato-in-campo-battaglia-415460/
[3] https://www.ilriformista.it/cosi-israele-ha-avvisato-liran-se-vuole-puo-arrivare-a-chiunque-432487/
[4] https://www.ilriformista.it/guerra-iran-israele-droni-e-missili-intercettati-al-99-bimba-ferita-caccia-usa-in-volo-per-teheran-vicenda-chiusa-417450/