La fabbrica della menzogna
18 Settembre 2025 alle 13:04
L’editoriale di Antonio Cardellicchio sostiene che la realtà a Gaza, sebbene infernale, è oggetto di una massiccia operazione di mistificazione mediatica e politica. L’autore accusa i giornalisti e le ONG di essere complici di Hamas, censurando informazioni cruciali come l’uso di tunnel sotto ospedali e scuole, il furto di aiuti umanitari da parte di Hamas, e la condizione degli ostaggi israeliani.
Il testo afferma che c’è una “tirannia mediatica” che rovescia i ruoli di vittima e carnefice, presentando Israele come l’aggressore. L’autore paragona le tattiche difensive di Israele, che includono avvisi di evacuazione, con bombardamenti storici come quelli di Dresda o le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, per sostenere che la critica a Israele è un “antisemitismo tossico” e “filoterrorismo militante”.
L’articolo conclude che la sofferenza a Gaza viene sfruttata come arma politica per spostare gli equilibri globali a favore di autocrazie e totalitarismi. L’ideologia antioccidentale, che secondo l’autore accomuna Hamas e il dominio mediatico, sfrutta l’etica ebraica per attaccare l’unico Stato ebraico. Infine, cita una frase di Imre Kertész per sottolineare l’importanza di vedere la stella di Davide su un carro armato piuttosto che cucita sull’abito di un deportato.