L'editoriale
La piazza contro l’antisemitismo che riaccende la speranza
di HaKol - 2 Novembre 2025 alle 14:31
La manifestazione del 30 ottobre in Piazza Santi Apostoli è stata un passaggio importante per la politica italiana. Per la prima volta, dopo mesi di polarizzazione, una piazza civile ha dimenticato opportunismo e convenienza per riaffermare un principio: l’antisionismo è il vestito nuovo dell’antisemitismo. L’iniziativa promossa da Setteottobre ha raccolto oltre duemila persone e un consenso trasversale, unendo partiti che da tempo non condividono più un terreno comune. È il segnale che il tema dell’antisemitismo non è più confinato all’ambito comunitario o religioso, ma è questione di Stato e di democrazia. Come tutti gli italiani, gli ebrei hanno diritto a esistere e a mostrarsi senza paura e senza divieti.
Tre elementi meritano attenzione. Il primo è la presenza di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo. La sua partecipazione segna una discontinuità rispetto all’atteggiamento del Pd, che negli ultimi due anni ha sempre più fortemente rinunciato a essere interlocutore del mondo ebraico. L’ipocrita difesa di Fiano, messo a tacere a Venezia, è una conseguenza dell’aver dato spazio alla retorica più ideologica e a un linguaggio violento spesso accompagnato da fake news. Picierno mostra che una parte del Pd è pronta a recuperare un terreno di dialogo, riconoscendo che difendere Israele e contrastare l’antisemitismo sono innanzitutto gesti di responsabilità politica.
Il secondo elemento è l’unità del mondo ebraico italiano. Comunità, associazioni, giovani e istituzioni hanno parlato con una sola voce, restituendo alla società un interlocutore compatto e credibile. È un fatto nuovo, e potenzialmente decisivo, perché offre alla politica un riferimento stabile, capace di agire non come gruppo di pressione ma come soggetto di cittadinanza.
Il terzo è che si può manifestare senza trasformare le idee in violenza. Non c’erano slogan di odio, né contrapposizioni identitarie. Ciò dimostra l’ipocrisia di quanti in nome della pace aggrediscono e devastano, con la speranza – più o meno recondita – di provocare reazioni violente.
Infine, la piazza di Roma ha mostrato qualcosa che la politica spesso dimentica: l’opinione pubblica non è condannata alla rassegnazione. Quando le istituzioni tacciono o si dividono, la società civile può ancora muoversi per difendere la libertà. Come capì il pastore luterano Martin Niemöller, la libertà degli ebrei è una cartina di tornasole della libertà di tutti: «Poi vennero a prendere gli ebrei, e io non dissi niente, perché non ero ebreo. Poi vennero a prendere me, e non c’era più nessuno a protestare».