La testimonianza di Segev Kalfon, ex ostaggio israeliano: la fede l’ha aiutato a sopravvivere alla prigionia di Hamas

Un ex ostaggio israeliano di Hamas ha dichiarato la scorsa settimana che è stata la sua fede a consentirgli di sopravvivere per più di due anni in prigionia a Gaza. Le dichiarazioni di Segev Kalfon rispecchiano le esperienze di altri ostaggi. Molti, laici, tradizionalisti o religiosi, hanno dichiarato di essersi aggrappati all’ebraismo durante la prigionia. “Avevo l’uno per cento di possibilità di sopravvivere, e ce l’ho fatta”, ha detto Kalfon, 27 anni, in un’intervista con @LouderCreators pubblicata su X dall’ambasciata israeliana negli Stati Uniti. “Una persona in questa situazione non ha nulla intorno a sé”, ha aggiunto. “Tutto ciò che resta è credere. Tutto qui. Fede. Quando credi in qualcosa, hai qualcosa su cui contare”.

“I had a one-percent chance of surviving – and I did.”

In an interview with @LouderCreators, Segev Kalfon reflects on the faith that carried him through the unimaginable, and the moment he heard his mother’s voice after a year of silence. pic.twitter.com/nGtV2WFURl

— Embassy of Israel to the USA (@IsraelinUSA) November 22, 2025

Kalfon, rilasciato da Gaza il mese scorso in seguito a un accordo di cessate il fuoco, ha dichiarato di aver assistito a molti miracoli durante la sua prigionia. Ha raccontato di essere stato ripetutamente picchiato e torturato dai suoi rapitori di Hamas, che hanno cercato di convertirlo all’Islam. “Nei miei momenti più bui sapevo che stavo affrontando una prova difficile”, ha detto. “E se sono sopravvissuto ogni singolo giorno – e ogni giorno c’era l’inferno – c’era una ragione”. Altri ex ostaggi hanno raccontato di aver pregato in silenzio durante la prigionia, di aver recitato la benedizione del sabato sull’acqua il venerdì sera, di aver cercato di osservare la festività della Pasqua ebraica e di aver letto un libro di Salmi trovato in giro.

Kalfon faceva parte di un gruppo di ex ostaggi israeliani che giovedì hanno incontrato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. “Nei momenti più difficili, quando la speranza svaniva, il pensiero della grande America e della vostra leadership mi ha aiutato a credere che un giorno sarei riuscito a liberarmi dalla prigionia di Hamas”, ha scritto a Trump in una lettera personale, riportata sabato dal canale israeliano Channel 12 News . “Lei, signor Presidente, è stato la luce per me nei momenti più bui, nei tunnel bui”.