Il compromesso

Lasciapassare alla famiglia Haniyeh e a cittadini turchi, così Netanyahu (guidato da Trump) prova a disinnescare le tensioni con Erdoğan

di HaKol - 22 Ottobre 2025 alle 15:44

Israele ha consentito ai membri della famiglia Haniyeh e a cittadini turchi di lasciare Gaza su pressione della Turchia. La decisione sarebbe da inquadrare nel tentativo di Gerusalemme di disinnescare le tensioni con Ankara, come richiesto fermamente dall’amministrazione americana. Si tratta di un gruppo di 40 palestinesi, parenti stretti, coniugi, figli, padri e madri della famiglia del defunto leader di Hamas Ismail Haniyeh e di 14 cittadini turchi. Secondo due fonti separate del portale Middle East Eye, sono stati tutti rilasciati nell’ambito di un accordo bilaterale tra Israele e Turchia.

La Turchia aveva mantenuto a lungo contatti con Haniyeh, che ha diretto l’ufficio politico di Hamas fino al suo assassinio da parte di Israele avvenuto nel luglio 2024 a Teheran [1]. Sebbene la Turchia ufficialmente non ospiti alcuna sede di Hamas, i leader del movimento viaggiano spesso tra Qatar, Turchia, Egitto e Libano, a volte soggiornando in Turchia per mesi. Nel 2020 il Telegraph riferì che la Turchia aveva concesso la cittadinanza a diversi leader di Hamas, tra cui anche Haniyeh. L’IDF uccise tre figli e quattro dei nipoti di Haniyeh in un attacco aereo a Gaza nell’aprile 2024. Nello stesso periodo, Israele arrestò anche la sorella di Haniyeh, Sabah al-Salem Haniyeh, che viveva nella città di Tel Sheva, nel sud di Israele.

Dopo il recente cessate il fuoco a Gaza, media israeliani citano funzionari israeliani anonimi hanno assunto un tono notevolmente più morbido nei confronti dei vertici della Turchia. Il quotidiano di destra Ynet ha elogiato il capo dell’intelligence turca İbrahim Kalın per la sua “empatia nei confronti degli ostaggi” e per aver cercato di “ricucire i legami con Israele”. Il giornalista israeliano Ben Caspit sostiene che Israele sembra guardare avanti. “La Turchia non è nemica di Israele. Abbiamo avuto molti anni di fruttuose relazioni commerciali, economiche e turistiche”, dichiara Uriel Lynn, presidente della Federazione delle Camere di Commercio Israeliane. Mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan è da tempo un feroce critico di Israele, il suo potenziale successore, l’ex capo dell’intelligence, attuale ministro degli Esteri Hakan Fidan, è visto negli ambienti della sicurezza israeliani come più pragmatico. “Una delle vere prove della nostra nuova politica estera sarà il ripristino delle relazioni con la Turchia”, ha aggiunto Lynn. “Ciò è essenziale sia per stabilizzare il nostro ambiente geopolitico regionale sia per promuovere i nostri interessi economici”, ha concluso.

Intanto ora la bandiera turca sventola all’interno di Gaza mentre Erdoğan rivendica il suo primo punto a suo favore dall’accordo di cessate il fuoco, allarmando gli israeliani che vedono Ankara e il Qatar rafforzati laddove la neutralità era considerata più auspicabile. La Turchia prevede di inviare una squadra di pronto intervento a Gaza per aiutare a recuperare i corpi degli ostaggi israeliani e rimuovere le macerie. È inoltre prevista l’adesione a una task force multinazionale per monitorare il cessate il fuoco e addestrare le forze di sicurezza palestinesi. Secondo il Jerusalem Post, l’influenza di Washington ha spinto il governo israeliano ad accettare un ruolo turco a cui altrimenti avrebbe rinunciato.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in persona si era opposto fermamente a qualsiasi presenza turca o qatariota a Gaza, definendola una “linea rossa” nel piano di pace postbellico. La Casa Bianca teme che Netanyahu possa tentare di bloccare l’accordo con Hamas. Washington insiste sul fatto che il ruolo della Turchia e del Qatar sarebbe puramente umanitario e civile, ma Gerusalemme teme che il loro coinvolgimento conferirebbe ad Ankara e Doha un’influenza indesiderata. I colloqui tra Israele e Stati Uniti continuano per prevenire una crisi e preservare la cooperazione. Trump si sente vicino a Erdogan e vuole lavorare con lui, vede Ankara come un importante contrappeso regionale a Israele. Cosa ancora più importante, inserendo la Turchia nell’equazione di Gaza, Washington mira a normalizzare le relazioni tra Israele e Turchia nel lungo termine.

[1] https://www.ilriformista.it/le-ultime-ore-di-ismail-haniyeh-il-vertice-con-pezeshkian-e-il-denaro-iraniano-nelle-casse-di-hamas-432476/

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