Le accuse di carestia a Gaza sotto esame

21 Ottobre 2025 alle 12:29

L’articolo di Fox News Digital solleva dubbi significativi sulla validità delle affermazioni di carestia (famine) a Gaza fatte dalla classificazione IPC (Integrated Food Security Phase Classification) quest’estate, nonostante l’afflusso di aiuti in seguito all’accordo di cessate il fuoco promosso dal Presidente Donald Trump.

Mortalità e Prezzi dei Cibi

  • Dati sulla Mortalità: David Adesnik, vicepresidente della ricerca presso la Foundation for Defense of Democracies, mette in discussione i dati. Sottolinea che la definizione di carestia dell’IPC richiede un tasso di mortalità di due decessi al giorno ogni 10.000 persone. Applicando questo, ci sarebbero dovuti essere circa 9.000 decessi a causa della fame o malattie correlate, ma i dati non lo confermano.
    Il Ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas, ha riportato 273 decessi per fame e malnutrizione fino al 22 agosto, arrivando a 460 entro il 7 ottobre. Adesnik sostiene che l’accusa di carestia dovrebbe basarsi su prove concrete.
  • Prezzi degli Alimenti: Contro le previsioni dell’IPC di un aumento dei prezzi dovuto al peggioramento della situazione alimentare, il Palestine Market Monitor del World Food Programme (WFP) ha mostrato che i prezzi per la maggior parte dei beni di prima necessità in tre governatorati di Gaza sono rimasti stabili o sono diminuiti tra fine agosto e metà settembre.

Preoccupazioni su Parzialità e Trasparenza dell’IPC

L’articolo mette in discussione la potenziale parzialità nelle previsioni dell’IPC, notando che l’organizzazione non divulga i nomi delle ONG, istituzioni governative e agenzie ONU che fanno parte della sua struttura di governance o dei Technical Working Group (TWG).
L’IPC non ha risposto alle domande sulla composizione delle sue organizzazioni o sul pagamento degli stipendi, mentre agenzie ONU e ONG internazionali sono state recentemente criticate per presunti allineamenti con Hamas.

Problemi nella Distribuzione degli Aiuti ONU

Il modello di distribuzione degli aiuti alimentari dell’ONU è messo in discussione a causa della grave entità dei saccheggi. L’United Nations Office for Project Services (UNOPS) ha rilevato che circa l’80,5% (6.800 su 8.440) dei camion ONU sono stati intercettati dal 19 maggio.
Adesnik sostiene che questo non è il modo più equo per distribuire gli aiuti, poiché i beni potrebbero finire ai più forti.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) riconosce la preoccupazione e afferma che il loro piano per aumentare le operazioni si concentrerà sulla ripresa delle distribuzioni a livello comunitario e familiare, ritenute più efficaci per raggiungere i più vulnerabili.

Contraddizioni e Sospensioni di Dati

Sono state sollevate preoccupazioni sui cambiamenti nei Rapporti sulla Situazione Umanitaria dell’OCHA, che hanno omesso di riportare il numero di persone uccise mentre cercavano aiuti dopo che i dati mostravano più decessi in prossimità dei siti di convogli ONU (576) rispetto ai siti di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation (GHF) (259). L’OCHA ha spiegato che la variazione è temporanea e dovuta alla mancanza di dati aggiornati dalle fonti abituali.

Aggiungendo ulteriore confusione, il Commissario Generale dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, ha dichiarato che la sua agenzia ha “abbastanza [cibo] per fornire cibo all’intera popolazione per i prossimi tre mesi” a seguito del cessate il fuoco.

 

L’articolo conclude sottolineando che organizzazioni come la Gaza Humanitarian Foundation (GHF), che ha distribuito oltre 185 milioni di pasti gratuiti da maggio, potrebbero rappresentare un’alternativa o un’aggiunta al sistema ONU/ONG.

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