L’Italia sta adottando un approccio morbido nei confronti dell’estremismo e del terrorismo palestinese?

4 Novembre 2025 alle 13:39

MOHAMMAD HANNOUN PRESIDENTE ASSOCIAZIONE EUROPEAN FOR AL-QUDS

Sabato 25 ottobre 2025, il leader palestinese Mohammad Hannoun, residente in Italia, è stato bandito dall’ingresso nella città di Milano per un anno.

Il questore della città ha notificato il provvedimento a Hannoun appena sceso dall’aereo proveniente da Roma all’aeroporto di Linate, dove avrebbe dovuto unirsi a una manifestazione pro-palestinese in programma nel pomeriggio. L’espulsione da Milano è arrivata esattamente una settimana dopo la manifestazione del 18 ottobre, in cui aveva pronunciato le parole per le quali è stato anche indagato per incitamento a delinquere, in quanto aveva lodato le esecuzioni pubbliche compiute da Hamas:

“Chi uccide deve essere ucciso. Perché piangere per questi criminali? Dopo la tregua, la resistenza palestinese, che ha pagato con il sangue, ha portato giustizia, come in tutte le rivoluzioni del mondo contro i collaboratori”.

Hannoun ha anche accusato il governo italiano di “complicità nel genocidio” per “fornire armi a Israele per sterminare i gazawi”, come riportato dall’agenzia di stampa italiana ANSA.

L’ordine di espulsione non è la prima azione disciplinare adottata dalle autorità milanesi contro Hannoun. Il 29 novembre 2024, era già stato bandito da Milano per sei mesi e accusato di incitamento a delinquere, a seguito di dichiarazioni in cui aveva lodato la “lezione” impartita ai sostenitori del Maccabi Tel Aviv ad Amsterdam da una folla islamista.

Hannoun, un palestinese residente a Genova con cittadinanza italiana, ha promosso e guidato costantemente manifestazioni pro-palestinesi in tutto il Paese ed è diventato un personaggio molto controverso.

La Reazione di Hannoun

La reazione di Mohammad Hannoun è arrivata poco dopo, sostenendo di essere una “vittima della lobby sionista”. Inoltre, ha affermato di “non far parte di Hamas” e che “Hamas è un movimento di resistenza palestinese che ha ottenuto oltre 74 seggi nelle prime e ultime elezioni democratiche… ed è quindi il legittimo rappresentante del popolo palestinese”. Inoltre, Hannoun ha ribadito per l’ennesima volta di essere un “simpatizzante di Hamas”.

Il sabato successivo, 1° novembre, Hannoun ha aggirato il divieto di Milano partecipando a una marcia nel comune di Sesto San Giovanni, confinante con Milano. In questa occasione, ha nuovamente parlato in modo apologetico delle esecuzioni pubbliche di Hamas, descrivendole come la “pena di morte” e facendo paragoni inappropriati con la punizione in vigore in alcuni stati degli Stati Uniti.

Hannoun ha poi nuovamente sfidato le autorità italiane, affermando che non si sarebbe fatto fermare dai divieti, e ha attaccato politici e parlamentari italiani che avevano partecipato alla manifestazione a favore di Israele tenutasi a Roma giovedì 30 ottobre.

Nell’ottobre 2024, l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato Hannoun, classificandolo come “un membro di Hamas residente in Italia che ha istituito la Charity Association of Solidarity with the Palestinian People, o Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese (ABSPP), un ente di beneficenza fittizio in Italia che apparentemente raccoglie fondi per scopi umanitari, ma in realtà aiuta a finanziare l’ala militare di Hamas. Come dirigente dell’ABSPP, Hannoun ha inviato denaro a organizzazioni controllate da Hamas almeno dal 2018. Ha sollecitato finanziamenti per Hamas con alti funzionari di Hamas e ha inviato almeno 4 milioni di dollari a Hamas nell’arco di 10 anni”.

Nel giugno 2025, il Dipartimento del Tesoro ha sanzionato un’altra associazione legata a Hannoun, la “Golden Dome (Cupola d’Oro)”, indicando che “Mohammad Hannoun ha promosso pubblicamente l’ente di beneficenza e lo ha utilizzato per continuare a eludere le sanzioni e raccogliere entrate per l’ala militare di Hamas tramite donatori, molti dei quali erano ignari dei collegamenti con Hamas”.

Hannoun ama credere che Hamas sia un legittimo rappresentante dei Palestinesi dal momento che l’organizzazione terroristica ha vinto le prime e ultime elezioni. Tuttavia, sembra dimenticare che Hamas non ha mai permesso nuove elezioni, perseguitando allo stesso tempo tutti gli oppositori, proprio come stanno facendo i suoi membri in questi giorni, come dimostrato dalle esecuzioni pubbliche a cui Hannoun stesso ha fatto riferimento il 18 ottobre.

Molti Gazawi rifiutano il dominio di Hamas a causa di esecuzioni pubbliche, carestie di massa, furto di aiuti umanitari, e se non fosse così, Hamas non avrebbe problemi a indire nuove elezioni, non è vero?

Inoltre, nell’UE, Hamas non è un “movimento di resistenza”, ma è piuttosto classificata come organizzazione terroristica, proprio come al-Qaeda e l’ISIS.

Hamas è, di fatto, un’organizzazione genocida, poiché il genocidio è una componente centrale dello statuto di Hamas, che chiede l’annientamento di Israele e la morte di tutti gli Ebrei.

Simpatizzare con Hamas significa simpatizzare con il genocidio. A questo proposito, vale la pena ricordare che l’11 ottobre 2023, appena tre giorni dopo il massacro del 7 ottobre, durante un’intervista alla stazione televisiva nazionale italiana Rai3, Hannoun aveva dichiarato: “L’attacco di Hamas è autodifesa”, senza alcuna esitazione o preoccupazione che tale dichiarazione potesse diventare pubblica.

Pochi giorni dopo, il 13 ottobre, Hannoun ha approfittato del suo ruolo di imam presso il Centro Islamico di Genova per attaccare quei paesi che sostengono Israele, inclusa l’Italia:

“Abbiamo visto l’atteggiamento dei nostri governi italiano, europeo, americano e di alcuni paesi arabi che si sono schierati a favore di Israele, che iniziano a piangere per le vittime, che hanno persino detto la bugia per incoraggiare, per paragonare Hamas all’ISIS… Tutto questo, per attaccare la ‘resistenza palestinese'”. Il video è scomparso dal web poco dopo.

Il 4 gennaio 2024, Hannoun ha utilizzato il suo account personale di Facebook per glorificare Yahya Ayyash, il noto produttore di bombe di Hamas, e Saleh al-Arouri, un alto leader di Hamas in Libano morto in un attacco di droni il 2 gennaio 2024.

Nell’agosto 2024, dopo la morte di Ismail Haniyeh, Hannoun ha detto ad Ala News che Hamas e gli altri gruppi palestinesi dovevano rispondere al suo assassinio, “per dare una lezione a Israele” e per “vendicare i loro leader”, perché Haniyeh “non era il leader di Hamas, ma un leader palestinese”.

Il 30 marzo 2024, durante una manifestazione pro-palestinese fuori dalla Stazione Centrale di Milano. Hannoun, microfono alla mano, ha concluso il suo discorso incitando a trasformare tutte le ambasciate israeliane in centri per la resistenza palestinese. (Leggi qui “The Italy/Islamists files. File 4: Mohammad Hannoun and the Hamas money-collecting network” di The Washington Outsider).

L’ISIS e il terrorismo palestinese sono trattati allo stesso modo in Italia?

Le modalità con cui le autorità italiane affrontano il terrorismo islamista possono apparire confuse e talvolta incoerenti a causa di situazioni che possono suggerire doppi standard. È davvero così? Senza addentrarci in tecnicismi giudiziari o trarre conclusioni, è utile delineare una breve panoramica di alcuni casi recenti al fine di stimolare il dibattito.

Alcuni recenti casi non palestinesi

  • Il 15 ottobre 2025, un uomo tunisino di 31 anni residente nella città di Latina è stato detenuto con misure cautelari dopo essere stato accusato di incitamento aggravato a delinquere, inclusa l’apologia del terrorismo e l’uso di strumenti informatici o telematici. L’individuo era particolarmente attivo nel pubblicare e distribuire materiale audio e video jihadista sui social media, con un tono apologetico, dimostrando sostegno all’organizzazione dello Stato Islamico e celebrando il martirio.
  • Nel settembre 2025, un cittadino bengalese di 37 anni residente a Mantova che si definiva “un amante di al-Qaeda” è stato arrestato con accuse di terrorismo. L’individuo era diventato un punto di riferimento per i giovani, nonché un divulgatore dell’ideologia islamista.
  • Nel maggio 2025, un 21enne e un 18enne, entrambi cittadini bengalesi, sono stati arrestati a Palermo per la diffusione di contenuti pro-ISIS e l’apologia del martirio.
  • Nel settembre 2024, un cittadino tunisino di 32 anni residente a Vercelli è stato espulso dopo aver lodato ripetutamente la jihad ed espresso sostegno ideologico all’ISIS e ad Hamas sui social media.
  • Nell’aprile 2024, un italo-egiziano di 29 anni è stato arrestato con l’accusa di propaganda islamista, Hamas e incitamento a commettere crimini volti all’odio razziale e religioso contro Israele e il popolo ebraico.

Alcuni recenti casi palestinesi

Ad oggi, almeno secondo le informazioni OSINT attualmente disponibili, si potrebbe sostenere che le autorità italiane non abbiano adottato misure simili contro i sostenitori di Hamas. Forse, sarebbe più preciso dire che non ci sono stati arresti per terrorismo contro i Palestinesi in generale, ad eccezione di Yaeesh Anan e due suoi soci nel gennaio 2024, ma questi sono stati eseguiti su richiesta delle autorità israeliane, poiché la cellula era attiva sul suolo italiano da diversi anni. Anan è un membro delle Brigate al-Aqsa (al-Fatah) ed è attualmente detenuto nel carcere di Terni in attesa di giudizio, ma le autorità giudiziarie hanno già respinto la richiesta di estradizione di Israele. (Leggi qui “The Italy/Islamists file: File 3. Yaeesh Anan and the Italy-based al-Aqsa cell planning attacks in Israel” di The Washington Outsider).

Un altro caso degno di nota è quello che coinvolge il 22enne Taleb Dani Hakan Mohd, figlio di un padre giordano di origini palestinesi e di una madre palestinese della Cisgiordania, che è stato arrestato e accusato di aver lanciato Molotov contro il consolato statunitense a Firenze. L’attacco non ha causato vittime poiché è stato perpetrato di notte, quando gli uffici erano chiusi.

A seguito dell’arresto, un video, che rivendicava l’attacco e annunciava ulteriori azioni contro obiettivi italiani, è stato trovato all’interno del telefono cellulare del giovane. Era stato inviato a diversi canali e siti di notizie italiani. L’individuo arrestato gestiva anche un gruppo Telegram denominato “Tutto il mondo è Hamas”.

Come riportato dal Corriere Fiorentino e spiegato negli atti legali, nel giugno 2025, Hakan Mohd è stato assolto dalle accuse di terrorismo ma condannato a una pena detentiva di due anni con sospensione condizionale della pena e a una multa di 6.000 euro per fabbricazione e porto di due bottiglie incendiarie in luogo pubblico. Questa decisione è stata presa da Angela Fantechi, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, che ha declassato le accuse mosse dalla Procura di Firenze, guidata da Filippo Spiezia.

Considerando tutto quanto sopra, alcuni potrebbero sostenere che in Italia venga applicato un doppio standard quando sono coinvolti i Palestinesi. Alcuni potrebbero persino chiedere: a Hannoun sarebbe ancora permesso guidare le manifestazioni di piazza se tutto ciò che avesse fatto fosse stato a sostegno dell’ISIS?

Cosa sarebbe successo se qualcuno avesse lanciato Molotov contro il consolato statunitense e annunciato attacchi contro obiettivi italiani in nome dell’ISIS? Sarebbe stato assolto dalle accuse di terrorismo?

Incitare all’odio e invocare sostegno per l’ISIS e al-Qaeda porta all’arresto o all’espulsione dall’Italia. Si può dire lo stesso per i Palestinesi che fanno lo stesso a sostegno di Hamas? In effetti, queste sono tutte domande, di natura provocatoria, ma legittime, al fine di stimolare il dibattito.

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