Ha Stato Israele

Lo slogan della carestia a Gaza, quando la fame è un’arma ma a impugnarla non è Israele

di Iuri Maria Prado - 26 Luglio 2025 alle 19:19

Quindi a Gaza c’è la carestia. E ovviamente è Israele ad averla programmata e imposta alla popolazione palestinese. Salvi sperduti esempi opposti, tanto meritevoli quanto minoritari, quella è ormai la verità ufficiale, reiterata senza sosta da giornali, televisioni, cosiddette organizzazioni umanitarie, eccetera (a tacere della bolgia social, che si fa ricettacolo e moltiplicatore di quel verbo indiscutibile).

Il guaio è che anche la carestia, come altre faccende di pari delicatezza, è una questione di fatti e di numeri. Altrimenti è uno slogan, un feticcio, un simulacro. Tecnicamente si tratta di carestia (che non è una situazione di semplice, per quanto allarmante, difficoltà alimentare) quando il 20% della popolazione ne è affetta, quando un bambino su tre soffre di malnutrizione acuta e quando muoiono per fame, quotidianamente, due persone su 10.000. Su una popolazione come quella di Gaza (circa 2 milioni e centomila) dovrebbe trattarsi dunque di più di 400 morti per fame al giorno. Si vuole sostenere che la presunta carestia affligga solo la metà della popolazione? Ipotizziamolo, anche se in realtà si dice sempre che “due milioni di palestinesi sono in carestia”. Bene: dovrebbe trattarsi di 220 morti al giorno, ogni giorno, per fame.

A Gaza si parla di carestia da quando è cominciata la guerra. Dovrebbero essere senza numero i morti per fame. Ma vogliamo stare all’ultimo mese, cioè al periodo in cui è stata denunciata l’ennesima carestia, perfino definita “di massa”? Bene, avremmo avuto dai seimila ai dodicimila morti per fame, appunto nell’ultimo mese. Ma veniamo al secondo corno (implicito) della denuncia: e cioè che la presunta carestia sarebbe stata programmata e imposta da Israele. Vogliamo dire che il sistema degli aiuti non funziona bene? D’accordo. Vogliamo dire che potrebbe essere più efficace? D’accordissimo. Ma chi organizza questo sistema, distribuendo decine di milioni di pasti da quando è stato attivato, facendo entrare 100 camion di aiuti al giorno, ha programmato e imposto una carestia?

Si indugia parecchio sull’”intento” di ottenere morti per fame a Gaza. Di chi è questo intento? Della parte che – nelle difficoltà di una situazione di guerra, e certamente con errori e approssimazioni anche gravi – ha attivato l’attuale sistema degli aiuti, o di chi fa di tutto per boicottarlo? E attenzione: non lo boicotta perché non funziona, ma per il pericolo che funzioni. Perché è vero, la fame è un’arma di guerra: ma a impugnarla non è Israele. È Hamas, che ne riceve licenza da quelli che sistematicamente ne assolvono ogni responsabilità.

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