Associazioni unite: "Mai più soli. Mai più divisi"

Nasce il Coordinamento Nazionale della società civile italiana per Israele, una rete unica contro l’antisemitismo travestito da antisionismo

di HaKol - 6 Novembre 2025 alle 18:01

In un tempo in cui la disinformazione si insinua nei luoghi più delicati della formazione civile – le scuole, le università, i media – nasce il Coordinamento Nazionale delle Associazioni, un’alleanza di realtà diverse, radicate nei territori, che scelgono di unire le forze per dare una voce sempre più chiara al riequilibrio di tematiche, oggi strumentalizzate fino a diventare minaccia. Associazioni che scelgono di farsi voce contro la diffamazione dello Stato di Israele, del suo popolo, del concetto sano di sionismo, oggi stravolto fino a diventare insulto, dell’ebraismo tornato capro espiatorio come in un passato mai sopito, volendo sottolineare l’urgenza di ridefinire il concetto di pluralismo informativo.

Questa unione nasce da un’urgenza: quella di rispondere a una crescente ondata di narrazioni distorte che, sotto la maschera dell’impegno politico, alimenta l’odio, l’emarginazione e il bullismo. Come spiegarsi altrimenti la storia di una bambina che torna da scuola chiedendo se può ancora dire di essere ebrea? O quella di una ragazza che, per aver espresso affetto verso Israele, viene isolata, insultata, derisa persino dagli insegnanti? Un fallimento del ruolo dell’educatore, chiamato a incarnare il principio vita docet, non verba. Casi segnalati con una frequenza sempre più spaventosa, perché il diritto di opinione di un insegnante non può e non deve ledere la morale e la sensibilità di un giovane nel suo processo di maturazione.

Questi episodi non sono casi isolati. Sono il sintomo di una narrazione che, nelle aule scolastiche e universitarie, si fa sempre più univoca, ideologica, impermeabile alla complessità. Le occupazioni scolastiche in nome della “libertà per Gaza” spesso ignorano – o peggio, silenziano – ogni voce di contraddittorio, persino quelle dei dissidenti gazawi, coloro che denunciano il regime di terrore imposto da Hamas e che chiedono libertà anche da chi li opprime dall’interno. Quando la solidarietà diventa selettiva e cieca, rischia di trasformarsi in complicità.

Ogni associazione manterrà la propria identità, la propria autonomia e la propria capillarità, ma sarà parte di un organismo più ampio, capace di dialogare con le istituzioni, la politica, le associazioni di categoria, in modo più efficace, tempestivo e coeso. Il Coordinamento nasce per contrastare tutto questo. Non per imporre una “voce ebraica”, essendo composta prevalentemente da organizzazioni laiche, ma per costruire una voce della civiltà sociale, della storia, del contesto, che si alzi contro l’antisemitismo travestito da antisionismo, contro il rifiuto di accogliere turisti israeliani in hotel e ristoranti, contro il boicottaggio delle università israeliane – che priva i nostri studenti e ricercatori di opportunità di scambio con alcune delle migliori eccellenze scientifiche e accademiche mondiali.

La necessità sempre più pressante diventa quindi respingere un fenomeno talmente ampio che parte dal bisogno di debunking all’urgenza di arginare lo smarrito senso del limite dei “leoni da tastiera dei social”, sfociando in picchi di istigazione al terrorismo, minacce di morte e deviazioni che necessitano di una risposta legale, seguita da membri del Coordinamento, avvocati civilisti, penalisti e amministrativi.

L’evento nazionale organizzato dall’Associazione Setteottobre a Roma ha splendidamente dimostrato quanto sia forte il bisogno di confronto, di ascolto, di presenza. E come una coordinata, tempestiva, efficace collaborazione tra le associazioni, anche solo per facilitare la logistica, possa amplificare ancora di più la partecipazione, rendendo il messaggio più potente, universale, incisivo. Da questa già maturata consapevolezza nasce il Coordinamento: dalla volontà di non disperdere energie, ma di convergere più realtà possibili e di metterle in rete.

L’unione di intenti è, per il Coordinamento Nazionale, il miglior strumento di difesa. Non contro qualcuno, ma per qualcosa: per la libertà di pensiero, per la pluralità delle voci, per la dignità di ogni persona. Per avere il diritto di essere interlocutori. Perché la democrazia si difende anche – e soprattutto – con la verità. Mai più soli. Mai più divisi.

Il grande archivio di Israele

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