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Odio d’oliva, la crociata di Emiliano contro Israele: il governatore e Conte medaglie d’oro della propaganda pro-Pal

di HaKol - 31 Maggio 2025 alle 09:48

All’inizio del suo mandato, voleva “rivoltare la Puglia come un calzino”, un vasto programma. Ora che è arrivato quasi al termine, si accontenta di superare la soglia del ridicolo, specialità in cui peraltro non ha mai sfigurato. Seguendo sempre la stessa vocazione: la propaganda viene prima di ogni cosa, il fine giustifica i mezzi, inutile questionare. Insomma, ascesa e caduta del Re Mida di Puglia, alias Michele Emiliano, in passato vulcanico sindaco di Bari e ancora prima Pm di assalto.
Il primato della Puglia…
L’ultima sparata arriva alle agenzie nel tardo pomeriggio di giovedì: “Interrompiamo i rapporti con il governo Netanyahu”. Una zampata priva di effetti pratici (le relazioni tra Israele e la Regione non sono di primaria importanza), ma che fa acquisire alla Puglia un primato (invidiabile?). Ovvero essere il primo ente regionale a interrompere i rapporti con lo Stato di Israele, in pratica la medaglia d’oro della propaganda pro-Pal. La mossa del Governatore rientra in una strategia d’area: qualche ora prima, il Consiglio Comunale di Bari approva a maggioranza un ordine del giorno presentato dal Pd. Se possibile, ancora più duro: “L’amministrazione dichiara non gradita, anche per le prossime edizioni della Fiera del Levante e nei Saloni specializzati, la partecipazione in qualsiasi forma dello Stato di Israele o dei suoi rappresentanti”.

Insomma, la testa del corteo con la kefiah, convocato per sabato 7 giugno in piazza San Giovanni a Roma, sarà garantita di diritto agli amministratori pugliesi. Alla faccia della segretaria Elly Schlein, convinta di essere la prima pasionaria con la sciarpa simbolo della lotta palestinese. L’irrituale iniziativa intrapresa dal Comune di Bari anima le perplessità del centrodestra. “Lo Statuto dell’Ente e il quadro normativo italiano non affidano di certo al Comune i temi di politica estera”, scrivono un po’ allibiti i consiglieri comunali di FdI, FI e Lega.
Con l’esponente salviniano Giuseppe Carrieri che chiosa: “Non spetta certo a noi sospendere i rapporti commerciali o escludere Stati sovrani da fiere internazionali o selezionare interlocutori”. Poi il punto nodale: “Siamo di fronte a un atto amministrativo che travalica il perimetro delle nostre istituzioni e competenze, e rischia di dividere anziché unire”.
Conte smentisce Conte
Eppure Emiliano e il Pd di Bari sono lanciati in un vero e proprio inseguimento: emulare e raggiungere il conterraneo del M5S, l’avvocato di Volturara Appula. D’altra parte, anche ieri Giuseppe Conte è tornato all’attacco: “A fare le spese delle politiche criminali di Netanyahu sono gli ebrei in ogni angolo del mondo”. L’ex Presidente del Consiglio non molla ‘l’osso: “Va interrotto l’accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele”. Con un piccolo dettaglio: il ‘rodomonte’ di via di Campo Marzio durante il suo soggiorno a Palazzo Chigi lo rinnovò senza problemi. Altri tempi, si dirà, visto che in quella stagione Giuseppi approvò anche un sostanzioso aumento delle spese militari.

Lo “scatto” del Presidente della Puglia comunque a qualcuno non è andato giù. Ad esempio, all’avvocato Gianfranco Passalacqua (storico difensore di Vittorio Cecchi Gori), che non ci ha pensato un attimo: appresa la notizia, si è rivolto con un esposto segnalazione al coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo, che fa capo al generale Pasquale Angelosanto. Con questi rilievi: “Senza entrare nel merito della sussistenza di competenze in materia di politica estera in capo a tali enti, si rappresenta che nel caso sottoposto non si è in presenza di una iniziativa di critica – legittima – al governo di un Paese storicamente alleato dell’Italia”.

Per proseguire: “Di fatto, si introducono elementi che riguardano direttamente cittadini, istituzioni e organizzazioni israeliane – in quanto israeliane (e, si aggiunge, ebraiche) – che vengono additati quali indesiderati, addirittura con riferimento a manifestazioni culturali e commerciali”. Ovvero un trattamento speciale che, secondo l’avvocato Passalacqua, “non viene riservato a organizzazioni, governative e non, di paesi che finanziano o supportano organizzazioni terroristiche”. Per il legale, il pugno duro del Governatore (e del Comune di Bari) alimenta “la confusa e strumentale sovrapposizione tra governo israeliano, Stato di Israele (peraltro attraversato da profonde ed articolate posizioni sull’attuale frangente e sul modo in cui il governo in carica lo sta affrontando), cittadini israeliani”. Insomma, di tutta l’erba un fascio. O forse come scrive la giornalista fiorentina Susanna Nirenstein: “La colpa è collettiva, nazionale, genetica”.

Il grande archivio di Israele

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