Esteri

Pena di morte per i reati connessi al terrorismo, la proposta che suscita polemiche

di HaKol - 30 Settembre 2025 alle 11:35

La Commissione per la Sicurezza nazionale della Knesset – il Parlamento israeliano – con quattro voti favorevoli e uno contrario ha approvato un disegno di legge, che ora andrà in discussione alla plenaria, per rendere obbligatoria la pena di morte per i reati connessi al terrorismo.
La proposta
La proposta, fortemente voluta dal ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, è destinata sicuramente – qualora fosse definitivamente approvata – a suscitare polemiche e controversie nella società occidentale, la stessa che tace dinanzi alle quotidiane esecuzioni che il regime degli ayatollah pratica contro gli oppositori e contro chiunque venga sospettato di essere una spia occidentale. Proprio nelle scorse ore è stata diffusa la notizia dell’esecuzione di un cittadino iraniano accusato dal regime di essere una spia israeliana. Capo di imputazione che, dopo l’attacco perpetrato dallo Stato ebraico in territorio iraniano per colpire e distruggere gli impianti nucleari, è anch’esso all’ordine del giorno.
Il ruolo di deterrenza e la questione urgente
La scelta israeliana, come ha precisato lo stesso Ben-Gvir, ha lo scopo di svolgere un ruolo di “deterrenza” ed è una “questione urgente”. Ovviamente non è passato inosservato che i prigionieri accusati di terrorismo sono esclusivamente palestinesi, e attualmente sono 11mila nelle prigioni israeliane. Per ora si tratta solo di una proposta, ma allo stesso tempo rappresenta il segno profondo di un cambio di passo radicale e di un’altra di quelle ferite che – dal vile 7 ottobre 2023 – non potranno cicatrizzarsi nel breve termine. La decisione trova tra gli oppositori i familiari degli ostaggi detenuti dai terroristi nella Striscia di Gaza, timorosi che le eventuali esecuzioni di palestinesi possano ripercuotersi sulla sorte dei loro familiari. Altre voci in Israele si sono levate in opposizione all’ipotesi.  Il timore è quello di innescare ulteriori violenze e soprattutto di aumentare il livello di crudeltà, che il 7 ottobre ha raggiunto il suo apice.
Il dato storico
È un dato storico: alla fine a pagare il prezzo sono sempre i più deboli, che nel caso dei gazawi sono vittime sacrificali, scudi umani utilizzati da Hamas come propaganda contro Israele. Intendimento doloso mai negato e, al contrario, più volte rivendicato dagli ideatori del 7 ottobre prima della loro dipartita per mano israeliana.

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