Rassegna stampa del 1 dicembre 2025

La rassegna di oggi mostra un panorama mediatico dominato da due direttrici: da un lato la cronaca delle violenze in Cisgiordania, con molti giornali che mettono l’accento esclusivamente sulle responsabilità israeliane; dall’altro una serie di analisi politiche incentrate su Netanyahu, spesso presentato in chiave personale più che nel contesto strategico del Paese.

Colpisce la continua insistenza di diverse testate italiane sul paradigma del “colono violento”, raramente accompagnata da fonti plurali o da una ricostruzione completa delle dinamiche sul terreno, mentre quasi nessuno ricorda il ruolo destabilizzante delle reti pro-Hamas nella regione.

In questo scenario, spiccano alcune voci che denunciano l’antisemitismo crescente nel discorso pubblico, mentre altre insistono su narrazioni ideologizzate che delegittimano Israele a priori. Il risultato è una fotografia disomogenea: poche analisi articolate, molta semplificazione, e un’evidente difficoltà nel distinguere critica politica legittima da propaganda anti-israeliana.

Quando l’informazione nutre l’odio antisemita

È l’articolo più solido: denuncia con rigore come porzioni del discorso mediatico normalizzino narrazioni antisemite e presentino Israele come aggressore a prescindere. L’autrice richiama fatti, non slogan, e sottolinea la responsabilità dei media nel non alimentare pregiudizi antiebraici.

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Netanyahu chiede la grazia. Attivisti italiani aggrediti dai coloni in Cisgciordania

L’articolo mantiene un’impostazione orientata sul conflitto politico interno, senza contestualizzare la pressione internazionale e la minaccia di Hamas che incorniciano la situazione. Manca un accenno alle ragioni strategiche che incidono sulle scelte di Netanyahu. Nel complesso, informativo ma parziale.

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Umm Kultum. Così Israele vuol scippare la “voce” del mondo arabo

L’articolo più schierato negativamente: linguaggio carico, tesi non supportate da fonti plurali, una narrazione che attribuisce a Israele intenzioni culturali ostili senza verifiche o confronto con dati reali. Nessun riferimento al ruolo dei gruppi estremisti nella manipolazione identitaria regionale. È il pezzo più ideologico e sbilanciato della giornata.

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O Greta o Gerusalemme

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Le alleanze disordinate di Gaza. Perché il piano Trump è fragile

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Un milione di gazawi esposti senza riparo a inverno e malattie

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Albanese, la regina dei radical chic che disprezza tutti, anche i suoi

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Hannoun e Greta insieme. Il «dream team» di Flotilla scende in piazza a Roma

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Dopo il raid a “La Stampa” Centri sociali nel mirino «Chiudere Askatasuna»

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Tre italiani feriti dai coloni

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Appello di 180 professori: «Liberate l’imam di Torino»

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Sinistra in imbarazzo per le parole di Albanese. E a Bologna parte la corsa per ritirare la cittadinanza

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Albanese danneggia l’Onu e l’Italia. Ma adesso l’Onu non potrà più fare finta di niente

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Askatasuna e cittadinanze onorarie. La sinistra va in tilt sui violenti

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Netanyahu chiede la grazia nel processo per corruzione. Manifestazioni di protesta

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Bibi chiede una strana amnistia. I suoi coloni malmenano tre italiani

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L’agonia di Gaza è già dimenticata

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Intervista a Alon Pinkas: “Bibi sa che in aula può perdere, ora è in cerca di una scappatoia”

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La maestrina dell’estremismo

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Il grande archivio di Israele

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