Rassegna stampa del 29 novembre 2025

La rassegna di oggi fotografa un panorama mediatico frammentato: da un lato, testate che analizzano con rigore le dinamiche del terrorismo islamista e il contesto internazionale; dall’altro, articoli che semplificano o confondono i livelli di responsabilità, lasciando spazio a narrazioni distorte.

Il tema centrale resta la sicurezza di Israele, declinata tra tensioni regionali – con il fronte nord nuovamente in bilico – e il dibattito interno europeo sugli imam radicali e la radicalizzazione nelle piazze. Accanto a una buona produzione giornalistica capace di verificare fonti, emergono anche letture più caute o ambigue, che rischiano di attenuare il ruolo di Hamas e degli attori che ne sostengono l’agenda.

Noi e i martiri invisibili

Meotti ricostruisce in modo documentato la retorica del martirio e la sua funzione nella propaganda jihadista. Il pezzo spicca per chiarezza e per la capacità di smontare narrazioni vittimiste che occultano le responsabilità dei gruppi terroristici. Una sintesi rigorosa, capace di restituire complessità senza cedere agli slogan.

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Il precedente Houthi e la sveglia di Trump all’Europa tirchia

Luttwak offre un’analisi strategica di respiro ampio, ben scritta e ricca di spunti, ma solo indirettamente collegata alla situazione israeliana. Pur non mostrando bias anti-Israele, il pezzo resta periferico rispetto ai temi centrali del conflitto e non entra nel merito della disinformazione o delle responsabilità dei gruppi terroristici.

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A un anno dal cessate il fuoco è alta tensione tra Israele e Libano

Nel tentativo di mantenere un tono neutrale, l’articolo finisce per appiattire le responsabilità di Hezbollah e suggerire una falsa simmetria tra le parti. Le fonti sono ridotte, il contesto sugli attacchi subiti da Israele è marginale e l’analisi appare svuotata dei dati chiave. Il risultato è una narrazione ambigua, la meno solida e la meno ancorata ai fatti della giornata.

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Milano ostaggio di antagonisti e pro-pal

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L`imam di Torino tifa per | terroristi Il vescovo e la Cgil: «Non va espulso»

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La Svizzera batte cassa agli attivisti. Dovranno pagare per la Flotilla

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Boldrini, Ascari e Albanese difendono Shahin Ma i giudici svelano i legami con «l`Islam violento»

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L’Islam è la variabile che può minare la pace

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Intervista a Yossi Amrani: «In Europa è tornato l’antisemitismo. Ma fra Stato ebraico e Italia c’è intesa»

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Boldrini bloccata in Israele. Tajani la salva, lei lo accusa

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Fratelli d’Italia e i cortei pro-Hamas: «Gli organizzatori paghino i danni»

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Bocciato il ricorso dell’imam «d’accordo» con il 7 ottobre

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I compagni pro-Pal assaltano i giornali

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Intervista a Walter Zenga: «Sono meloniano, ma anche pro Palestina»

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Ok all’espulsione dell’imam. «Contatti con altri jihadisti»

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Il Papa, Erdogan e le incognite sulla pace a Gaza

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Il grande archivio di Israele

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