Violenze intenzionali e sistematiche

Stupro bellico, l’arma peggiore nelle mani di Hamas: il rapporto orripilante, donne simbolo da abbattere

di HaKol - 13 Luglio 2025 alle 12:44

Un nuovo rapporto completo e agghiacciante, The Dinah Project, ha esposto e provato la verità che già molti di noi sapevano: Hamas ha sistematicamente usato stupri e violenze sessuali come arma di guerra tattica durante il massacro del 7 ottobre e successivamente anche sugli ostaggi. Di questo rapporto si sta parlando ampiamente nei media di tutto il mondo; mi limiterò, quindi, ad aggiungere alcune considerazioni.
Lo stupro bellico di Hamas
Leggendolo, emerge subito che l’arma dello stupro bellico – utilizzata in questo frangente, ma vale anche per gli altri scenari di guerra in cui è usata – non è un’arma come le altre da impiegare contro il nemico per umiliarlo, punirlo, ferirlo, distruggerne la basilare umanità identificata nel corpo femminile, ma rappresenta il fine stesso dell’azione bellica, il culmine della sua violenza, persino più dell’uccisione stessa del nemico. La particolarità degli stupri del 7 ottobre è che si sono svolti in un breve arco di tempo, a dimostrazione del fatto che l’aggressione sessuale è stata messa in atto da Hamas come fosse l’azione essenziale per colpire il nemico al fine di distruggerlo. Il corpo delle donne è stato scelto, per l’ennesima volta, come teatro di guerra per farne scempio, iscriverci sopra l’odio contro il popolo che si vuole abbattere, in questo caso quello ebraico.
Stupro intenzionale e sistematico
Lo stupro bellico, come si evince da queste pagine, i cui dettagli delle violenze sono davvero orripilanti, non è mai il frutto di un eccesso di violenza o la conseguenza dell’azione militare, ma è costitutivo dell’azione militare stessa; è, dunque, sempre intenzionale e sistematico. La sopraffazione dell’uomo sul suo nemico si manifesta in primis sulle donne del nemico che si vuole schiacciare; quella dell’uomo sulla donna è, quindi, la forma di violenza originaria che antecede tutte le altre forme di sopraffazione maschile. Il fatto nuovo e senza precedenti è che a mettere in dubbio gli stupri del 7 ottobre siano state proprio quelle associazioni che si occupano di tutelare le donne. Per la prima volta, queste violenze sono state messe in discussione da costoro, in alcuni casi addirittura negate, oppure sminuite o giustificate come atto di resistenza in nome della sofferenza del popolo palestinese, finito sotto i bombardamenti israeliani dopo il 7 ottobre.

La sofferenza del popolo palestinese, agli occhi di queste associazioni, ha oscurato, cancellato, come se fosse di ordine superiore, il supplizio inflitto deliberatamente alle donne israeliane da parte dei terroristi di Hamas. Ma – come ha dichiarato lo scrittore Edoardo Albinati in un suo intervento sugli stupri bellici – il 7 ottobre è stata confermata una triste legge, che vede nelle donne il nemico numero uno, il bersaglio da colpire, il simbolo da abbattere a ogni costo, attraverso l’arma più efficace: lo stupro. Da questa prospettiva puramente maschile, chi è il nemico? Sono le madri, le sorelle, le figlie straziate su cui far sventolare la bandiera della vittoria.

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