Un nuovo patto

18 Settembre 2025 alle 13:58

L’editoriale di Stefano Parisi sostiene che la forza di Israele non risiede solo nella sua potenza militare, ma anche in una combinazione di fattori, tra cui un esercito di leva, un’intelligence d’avanguardia e una solida strategia diplomatica.

I punti di forza di Israele

L’autore descrive l’esercito israeliano come un “esercito del popolo”, basato su un sistema di leva che permea la società. La sicurezza è garantita da una forte sinergia tra politica, esercito, intelligence e forze dell’ordine. Questa combinazione, unita a un’intelligence di prim’ordine (Mossad e Shin Bet), ha storicamente permesso a Israele di affrontare le minacce e sentirsi protetto.
I successi militari, in particolare, sono sempre stati seguiti da conquiste diplomatiche, come i trattati di pace con Egitto (1979) e Giordania (1994) e più recentemente gli Accordi di Abramo con Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan. Tali accordi sono stati resi possibili anche dalla debolezza e divisione del mondo arabo, che ha spinto i regimi moderati a cercare un’interlocuzione con Israele come contrappeso all’influenza di potenze come l’Iran.

La svolta di Doha e la sfida attuale

L’articolo critica l’esito di un recente incontro a Doha, in Qatar, che avrebbe rappresentato un passo indietro per Israele. La riunione avrebbe visto un’alleanza inaspettata tra regimi arabi precedentemente ostili, con la presenza di esponenti di Egitto, Qatar, Iran (Masoud Pezeshkian, Presidente iraniano) e Turchia (Erdogan). Questa intesa, secondo l’autore, ha rotto il fronte che Israele aveva costruito. L’editoriale sottolinea che Israele non può affrontare le minacce con la sola forza militare, ma deve tornare a una strategia che combini il potere bellico con un’abile azione politica e diplomatica. Affinché la sua vittoria sui fronti militari sia completa, Israele ha bisogno del sostegno dei regimi arabi moderati per disarmare Hamas e ha bisogno di riportare gli Accordi di Abramo al centro dell’agenda regionale.

La visione del popolo israeliano

L’autore conclude evidenziando il sentimento del popolo israeliano, secondo cui il 78% degli israeliani desidera il rilascio degli ostaggi, la fine della guerra e la normalizzazione dei rapporti con l’Arabia Saudita. La maggioranza non vuole occupare Gaza, ma cerca una netta separazione dai palestinesi e la creazione di una coalizione regionale contro l’Iran. L’editoriale sottolinea infine la necessità che Israele ritrovi il sostegno degli israeliani e degli ebrei nel mondo, così come del mondo libero, per garantire la propria sicurezza.

Il grande archivio di Israele

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