Le ragioni di Israele
Zuppi e i nomi dei bimbi uccisi, così la preghiera diventa propaganda: solo 16 israeliani (certificati) e ben 12mila palestinesi (fonte Hamas)
di HaKol - 20 Agosto 2025 alle 19:15
Immaginate di essere alla commemorazione di una strage nazifascista: Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Si leggono i nomi dei bambini italiani uccisi: piccoli Paolo e Vittorio, strappati dal ventre delle madri, decapitati, fatti a pezzi tra gli sghignazzi della soldataglia. Poi, senza pausa, comincia un elenco infinito: migliaia di bambini tedeschi morti nei bombardamenti di Amburgo o Dresda. Anche loro innocenti, anche loro vittime della guerra. Ma non nello stesso modo, e soprattutto non per la stessa ragione. In un attimo, la cerimonia cambia di segno: non onora più né gli uni né gli altri, e finisce per accusare chi ha combattuto il nazifascismo, mettendo sullo stesso piano vittime e conseguenze di una guerra scatenata dai carnefici.
È esattamente ciò che è accaduto giovedì scorso a Monte Sole. Alle rovine della chiesa di Casaglia, il cardinale Matteo Zuppi ha aperto la lettura di 16 bambini israeliani uccisi il 7 ottobre (in molti casi in modo deliberatamente brutale) e di 12mila bambini palestinesi morti nella guerra iniziata da Hamas. Le fonti: Haaretz per gli israeliani, il Ministero della Salute di Gaza – controllato da Hamas – per i palestinesi. L’ipocrisia dei numeri è evidente: 16 nomi verificati accanto a 12mila “secondo Hamas” trasmettono, a chi ascolta, l’idea che nella contabilità della colpa gli uni pesino 750 volte più degli altri. Peccato che, come ha insegnato don Milani, una figura che Zuppi non può non conoscere, “non si possono fare parti uguali tra disuguali”. Proprio per questo, metterli sullo stesso piano significa falsare la percezione della realtà.
Non è questione di negare il dolore innocente. Non è questione di inesistenti differenze ontologiche. Ogni vita stroncata è una perdita irreparabile. Ma proprio per rispettare il dolore bisogna dire con forza che c’è una questione di metodo e di onestà nella rappresentazione. Haaretz è una testata libera in un Paese democratico; il Ministero della Salute di Gaza è parte integrante di un regime che fa della manipolazione delle cifre una strategia di guerra.
E ancora: quei 16 bambini sono stati uccisi uno per uno con atti deliberati, guardandoli negli occhi, magari dopo averli fatti assistere allo stupro delle madri. I 12mila, o quanti sono davvero, sono stati usati come scudi umani dai propri connazionali e correligionari, che li hanno cinicamente sacrificati alla propria battaglia politica. Quanto è probabile che alla Cei – perché i gesti del presidente ricadono anche sulla sua organizzazione – sfuggano queste elementari dimensioni morali?
La preghiera per i morti è sacrosanta. Ma la verità – soprattutto in tempo di guerra – è un bene altrettanto sacro. E non può essere sacrificata sull’altare della retorica, nemmeno quando a officiare sono voci che si presentano come profetiche.